• 6 Progetti di Ricerca Finanziati
  • 6 Ricercatori
  • 1.303.454€ Finanziamento totale

Cosa sono e come si manifestano le immunodeficienze con iper-IgM?

Le immunodeficienze con iper-IgM sono un gruppo di malattie genetiche molto rare caratterizzate da un importante malfunzionamento del sistema immunitario. Si manifestano con un'aumentata suscettibilità a infezioni batteriche severe e ricorrenti, infezioni da parte di patogeni opportunisti e da vari tipi di virus, oltre che da un aumentato rischio di sviluppare tumori e malattie autoimmuni. Le immunodeficienze con iper-IgM sono dovute a una produzione inadeguata della maggior parte dei tipi di anticorpi (o immunoglobuline) normalmente prodotti da un organismo sano, cioè le immunoglobuline di tipo A, G ed E (IgA, IgG, IgE). Al contrario, i livelli di immunoglobuline di tipo M (IgM) risultano normali o aumentati (condizione dalla quale queste immunodeficienze prendono il nome).

Come si trasmettono le immunodeficienze con iper-IgM?

Nella maggioranza dei casi, circa il 70%, la sindrome iper-IgM dipende da mutazioni in un gene chiamato CD40LG, codificante per una proteina localizzata principalmente sulla superficie di un gruppo specifico di cellule T del sistema immunitario. La funzione di questa proteina è fondamentale per permettere a queste cellule T di interagire con altre cellule del sistema immunitario coinvolte nella produzione di anticorpi (cellule B) o nella difesa diretta contro agenti patogeni (macrofagi). Il gene CD40LG è localizzato sul cromosoma X (uno dei due cromosomi sessuali) e la malattia si trasmette con modalità legata al cromosoma X: significa che nei maschi basta che sia alterata l’unica copia che possiedono del cromosoma X perché la malattia si manifesti, mentre nelle femmine devono essere alterate entrambe le copie. Questa forma della malattia, che prende il nome di immunodeficienza con iper-IgM legata all’X o di tipo 1, è quindi diffusa pressoché esclusivamente nei maschi. Altri geni coinvolti, quando mutati, nell’insorgenza di immunodeficienze con iper-IgM sono i geni AICDA, CD40 e UNG, responsabili rispettivamente delle forme di tipo 2, 3 e 5. Esiste anche una forma di tipo 4, la cui causa genetica non è ancora stata identificata. Tutte queste forme sono trasmesse con modalità autosomica recessiva: significa che, per manifestare la malattia, un individuo deve ereditare da ciascun genitore (che è in genere un portatore sano), una copia mutata del gene.

Come avviene la diagnosi?

La diagnosi si basa in prima battuta su esami di laboratorio (emocromo, dosaggio delle immunoglobuline sieriche, analisi delle sottopopolazioni linfocitarie) e viene confermata attraverso analisi genetica, nei casi in cui questo è possibile: in questi casi è disponibile la diagnosi prenatale.

Quali sono le possibilità di cura attualmente disponibili per le immunodeficienze con iper-IgM?

La terapia di supporto principale per queste patologie è costituita dalla terapia sostitutiva cronica con supplementazione periodica di immunoglobuline. In particolare nel caso dell'immunodeficienza con iper-IgM legata all’X è disponibile anche un’unica terapia curativa costituita dal trapianto di cellule staminali ematopoietiche da un donatore compatibile. Tuttavia, con l’aumentare dell’età e dell’accumulo di complicanze d’organo legate alla patologia di base, il trapianto può essere particolarmente critico per questi pazienti. Vari gruppi di ricerca nel mondo stanno lavorando allo sviluppo di un possibile approccio alternativo mediante utilizzo di tecnologie innovative, quale il gene editing: tra questi, il gruppo guidato dal professor Luigi Naldini dell’Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica.

Ultimo aggiornamento

11.01.21

Il tuo browser non è più supportato da Microsoft, esegui l'upgrade a Microsoft Edge per visualizzare il sito.