Pia Bosca: «Come Telethon, anche noi puntiamo sull’innovazione»

Ricerca della migliore qualità. In questa espressione si compendia la filosofia imprenditoriale dell’azienda vitivinicola Bosca, un’eccellenza nel panorama enogastronomico italiano. Piemontesi doc, produttori di spumante e vino dal 1831, Pia, Gigi e Paolina Bosca, ultima generazione oggi alla guida del gruppo, fanno leva su «un solido passato per creare le più innovative evoluzioni di prodotti tradizionali». Una passione che, come ci spiega in questa intervista Pia Bosca, Ceo dell’azienda, la famiglia infonde anche nelle iniziative di solidarietà, come quella realizzata al fianco di Telethon.

L’immagine del vino si associa da sempre al concetto di cultura. Un principio che accosta la vostra attività a quella della ricerca, puntando ad ottenere sempre il miglior risultato possibile. Un filo che vi unisce alla Fondazione Telethon, che avete deciso di sostenere…

«Il vino per l’Italia, e in particolare per un territorio come quello delle colline di Langhe, Roero e Monferrato, i cui paesaggi vitivinicoli sono stati dichiarati dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità, è da sempre un elemento di forte identità culturale. Le nostre Cattedrali Sotterranee, a Canelli, in provincia di Asti, ne sono una delle storie più belle e suggestive, perché racchiudono tutto il fascino e la profondità storica del legame tra l’uomo, la terra e uno dei suoi frutti più amati: il vino. Questo radicamento è il punto di partenza di Bosca, che nel proprio DNA ha da sempre inscritta, però, anche una forte vocazione all’innovazione. Proprio questo costante lavoro di ricerca è sicuramente un filo che ci unisce molto alla Fondazione Telethon».

La vostra è un’azienda vitivinicola che vanta una tradizione e una storia ultracentenarie. Come nasce la volontà di collaborare con la Fondazione Telethon e come si è realizzata sinora?

«Fare ricerca per noi è imprescindibile. Bosca affonda le sue radici nella città dove nell’800 è nato lo Spumante italiano ed è stata la prima a esportarlo nei mercati d’oltreoceano, come ad esempio gli Stati Uniti. Oggi siamo un’azienda globale presente in tutto il mondo e siamo convinti che mentre si agisce per fare bene il proprio lavoro si possa allo stesso tempo agire per fare del bene per gli altri. Ecco perché abbiamo deciso di sostenere Telethon».

Cosa conosceva della Fondazione e della ricerca, prima dell’avvio della vostra collaborazione, e come vede oggi Telethon?

«Conoscevo l’impegno e la capacità di mettere in campo sinergie tra forze pubbliche e private. Credo che questo sia un elemento da valorizzare e potenziare ancora di più oggi».

Come pensate possa evolvere nel tempo il vostro supporto?

«Sarebbe bello immaginare un evento organizzato in partnership, in cui la ricerca e l’innovazione nel campo del vino si mettono al servizio della ricerca per il sociale».

C’è un aspetto della Fondazione Telethon, oltre ovviamente alla mission centrale della ricerca, che maggiormente vi appare significativo?

«Proprio questa capacità di fare rete e creare sinergie, perché lo sentiamo molto affine allo spirito con cui anche Bosca vive da sempre il proprio ruolo».

Se dovesse convincere il rappresentante di un’azienda ancora incerto su una possibile collaborazione con Telethon, che tipo di argomentazioni utilizzerebbe?

«Io credo che ogni imprenditore abbia anche una responsabilità sociale. È nostro dovere usare il nostro lavoro e la nostra forza per fare del bene, coinvolgendo in questo anche i consumatori. Noi sosteniamo Telethon perché siamo consapevoli di quanto la ricerca sia importante ed è il messaggio che desideriamo trasmettere anche a tutte le persone che acquistano i prodotti Bosca perché si fidano del nostro brand: noi siamo con Telethon, fatelo anche voi!».

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