Emiliano Biasini. Da Boston a Trento per guidare un team di ricercatori

Emiliano Biasini

Nato a Roma nel 1976, Emiliano Biasini si laurea in Biologia all'Università di Roma Tre nel 1999 e svolge il dottorato di ricerca all'Istituto Mario Negri di Milano, dove conosce anche la sua futura moglie, anche lei ricercatrice, dalla quale oggi ha due figli (Stephan, 5 anni, e Liam, 2 anni).

Gli studi di Emiliano si concentrano sulle malattie degenerative del sistema nervoso, in particolare le "encefalopatie da prioni", la categoria di patologie di cui fa parte ad esempio il morbo della mucca pazza.

Dopo la specializzazione in genetica applicata, Emiliano si trasferisce negli USA nel 2005, prima da solo alla Washington University di Saint Louis, e poi nel 2010, insieme a tutta la famiglia, alla Boston University School of Medicine.

"Sognavo di fare il ricercatore fin da bambino e in America avevo l'occasione di lavorare in un contesto di altissimo livello. Ma, anche se ero responsabile di un gruppo di ricerca, come accadeva a Boston, ero sempre alle dipendenze del capo del dipartimento ed era difficile avere opportunità di una carriera completamente indipendente. Da ciò nasce l’idea di tornare in Italia per guidare una mia squadra di ricercatori".

Emiliano e la sua famiglia rientrano nel 2013, grazie a un finanziamento del Ministero della Salute, ma la svolta per Emiliano arriva quest’anno quando ottiene da Telethon un finanziamento quinquennale per guidare dal 2015 un gruppo di ricercatori all’Università di Trento.

"Sarà un team di 4-5 persone che sceglierò personalmente. Avremo come obiettivo l’individuazione di una possibile terapia per le malattie da prioni e per le forme genetiche di Alzheimer". Emiliano, infatti, ha ideato dei composti farmaceutici, sviluppati anche grazie alla collaborazione di un gruppo di chimici dell’Università di Perugia, che in laboratorio si sono dimostrati in grado di impedire la degenerazione dei neuroni colpiti da queste patologie. La prima formulazione di questi nuovi farmaci è già stata brevettata e l’obiettivo del progetto di Emiliano sarà proprio perfezionare questi nuovi farmaci per arrivare a una terapia.

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