Il diabete è una malattia genetica? Possiamo ereditarlo dai nostri genitori o, se ce l’abbiamo, trasmetterlo ai nostri figli? Sono domande molto comuni su una delle malattie più comuni al mondo. Facciamo chiarezza in occasione della Giornata mondiale del diabete, il 14 novembre.

I pazienti con il diabete devono misurare il livello di glucosio nel sangue
Credit: Darryl Leja, National Human Genome Research Institute, National Institutes of Health. Licenza di utilizzo

Sono oltre tre milioni gli italiani con diagnosi di diabete, malattia che riguarda 61 milioni di persone in Europa e 537 milioni nel mondo (dati International Diabetes Foundation). Si tratta dunque di una delle malattie non trasmissibili (cioè non contagiose) più diffuse, di cui si celebra il prossimo 14 novembre la Giornata mondiale di sensibilizzazione.

oltre 3mln italiani colpiti
61mln persone colpite in Europa
537mln persone colpite nel mondo

Ne approfittiamo per fare chiarezza in particolare sulle cause che, nella grande maggioranza dei casi, vedono una complessa combinazione di fattori genetici e ambientali.

Che cos’è il diabete

Il diabete è una malattia cronica caratterizzata da iperglicemia, cioè dalla presenza di elevati livelli di glucosio (uno zucchero) nel sangue. Il glucosio è la principale fonte di energia per le cellule dell’organismo e l’iperglicemia dipende dalla loro incapacità di utilizzarlo: di conseguenza, il glucosio rimane in circolo nel sangue.

A sua volta, questa incapacità dipende dalla carenza assoluta o relativa di insulina: un ormone prodotto dal pancreas che ha proprio la funzione di permettere il passaggio del glucosio dal sangue alle cellule, dopo essersi legato sulla superficie delle cellule stesse. Se manca l’insulina o manca la capacità delle cellule di legarla, il glucosio non riesce ad arrivare al loro interno e le cellule rimangono prive di ‘benzina’.

I vari tipi di diabete

Le due forme principali di diabete sono il diabete di tipo 1, causato da fenomeni autoimmunitari e più frequente nei bambini, e il diabete di tipo 2, tipico soprattutto degli adulti e più legato allo stile di vita. È infatti associato a condizioni come obesità e sedentarietà.

Una forma particolare di diabete, legata esclusivamente alla gravidanza, è il diabete gestazionale, causato dall’influenza di alcuni ormoni tipici della gravidanza sul metabolismo del glucosio. Esistono infine alcune rare forme genetiche di diabete come il diabete neonatale e il diabete MODY (diabete giovanile con esordio nella maturità), provocate da mutazioni in singoli geni che portano a una secrezione difettosa dell’insulina.

Il diabete è una malattia genetica?

Dipende. Alcune forme sono esclusivamente genetiche nel senso che dipendono da alterazioni (mutazioni) in un singolo gene. Sono forme rare, come il diabete MODY.

Le altre forme, più comuni, di diabete sono classificate come malattie multifattoriali o complesse. Significa che dipendono dalla combinazione di effetti prodotti sia da fattori genetici sia da fattori ambientali. I fattori genetici predispongono allo sviluppo della malattia ma da soli non bastano a provocarne lo sviluppo: perché questo accada devono entrate in campo anche i fattori ambientali, tra i quali possono essere citati il tipo di dieta e più in generale lo stile di vita e l’esposizione a particolari infezioni.

Il diabete è una malattia ereditaria?

Anche in questo caso, la risposta è: dipende.

Le uniche forme ereditarie sono le forme genetiche come il diabete MODY. Come anticipato, sono forme causate da mutazioni in singoli geni. Se un genitore ha una di queste mutazioni (e dunque la malattia) può trasmetterla al figlio che, se la riceve, si ammalerà a sua volta. La trasmissione avviene dunque con una modalità detta autosomica dominante, per cui basta avere una sola copia difettosa del gene responsabile (delle due copie che ereditiamo dai nostri genitori) per manifestare la malattia. In una minoranza di casi, la mutazione può insorgere spontaneamente in un individuo, senza essere presente nei genitori.

Le forme più comuni di diabete, cioè il diabete 1 e il diabete 2, invece, non sono ereditarie perché dipendono dalla combinazione di più fattori, genetici e ambientali. Questo però non esclude che ci sia familiarità, cioè la presenza di più casi di diabete nella stessa famiglia. Anche se non c’è trasmissione diretta della malattia, i genitori possono trasmettere ai figli una particolare combinazione genetica che li predispone ad ammalarsi, facendo aumentare il rischio che questo accada davvero.

Ecco come si comportano le due forme principali di diabete.

Diabete di tipo 1: cause e familiarità

Il diabete di tipo 1, più frequente nei bambini, è causato da fenomeno autoimmunitari. Alcune cellule del sistema immunitario aggrediscono fino a distruggerle le cellule del pancreas responsabili della produzione di insulina. Questo porta a una riduzione nella sua produzione, con conseguente eccesso di glucosio nel sangue e nelle urine.

Non è ancora del tutto chiaro cosa ci sia alla base di questo meccanismo autoimmuni: di sicuro è coinvolta una componente genetica, come dimostrato dal fatto che il diabete di tipo 1 è più frequente nei figli di persone che hanno la stessa malattia, rispetto ai figli di persone che non ce l’hanno. Altrettanto di però, però, la componente genetica non basta a spiegare il fenomeno, tanto è vero che sono noti casi di gemelli omozigoti in cui uno solo dei due ha il diabete di tipo 1 mentre l’altro, che pure condivide lo stesso patrimonio genetico, non ce l’ha.

Alla componente genetica deve dunque sommarsi una componente ambientale non ancora del tutto nota. Si ritiene che siano coinvolti fattori come infezioni virali o clima freddo: il diabete di tipo 1 tende a comparire più spesso d’inverno che d’estate ed è più diffuso nei paesi con climi freddi. Anche l’alimentazione nella prima infanzia potrebbe avere un ruolo: sembra infatti che i bambini allattati al seno abbiano un rischio minore di sviluppare diabete di tipo1.

Diabete di tipo 2: cause e familiarità

Il diabete di tipo 2 si sviluppa quando l’organismo non riesce a produrre o a utilizzare l’insulina in modo corretto. Spesso inizia con una condizione chiamata resistenza all’insulina, per cui l’ormone c’è ma non viene usato correttamente. Anzi, all’inizio il pancreas tende a produrne sempre di più proprio per compensare questa difficoltà, ma quando i livelli di glucosio nel sangue si alzano troppo, il pancreas non capisce più che c’è bisogno di altra insulina e ne rallenta o ne arresta la produzione.

Anche alla base del diabete di tipo 2 c’è una complessa combinazione di fattori genetici e ambientali. Sembra che ci siano oltre 150 variazioni nella sequenza del DNA associate a un aumento del rischio di sviluppare diabete ed è indubbio che sia una condizione per la quale esiste familiarità. I fattori di predisposizione genetica si sommano però ad altre eventuali condizioni di salute (ipertensione, obesità) e abitudini di vita (fumo di sigaretta, sedentarietà) nell’aumentare il rischio di diabete di tipo 2.

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