Maurizio Goretti, amministratore delegato: «Namex ospita gratuitamente l'infrastruttura informatica di Telethon, all'interno di uno dei suoi tre Datacenter, con altissimi standard di affidabilità».

Maurizio Goretti, amministratore delegato Namex

Un mantra circola da molti mesi nelle cronache che riferiscono sui piani di ripresa e modernizzazione del Paese: la necessità di accelerare su digitalizzazione e potenziamento delle reti e delle connessioni. Interventi e progetti fondamentali per consentire una più rapida e sicura conservazione e circolazione di dati e informazioni, grazie alle complesse fondamenta infrastrutturali della Rete. Namex si trova, in qualche modo, al punto di intersezione tra quelli che si chiamano Internet Provider, come molti degli operatori che fanno arrivare la connessione nelle nostre case, e coloro che si occupano di elaborare i contenuti che raggiungono i nostri device.

"Noi offriamo un servizio innovativo in termini tecnologici, ma Fondazione Telethon va oltre: esplora territori sconosciuti per individuare quelle che saranno le nuove frontiere terapeutiche."

Lo spiega meglio il suo Amministratore Delegato, Maurizio Goretti.

Cosa fa esattamente Namex?

«Namex è un consorzio di aziende operanti nel settore digitale e delle telecomunicazioni. Siamo un punto di interscambio tra gli access internet provider (le grandi e medie «telco» che vendono servizi internet) e i content provider come Google, Youtube o Facebook. In qualche modo ottimizziamo il collegamento tra chi desidera raggiungere i contenuti e coloro che questi li mettono a disposizione. Se si immagina Internet come un sistema aeroportuale, gli utenti finali, ovvero tutti noi, siamo i passeggeri, i provider del servizio possono essere paragonati alle compagnie aeree, mentre i content provider rappresentano le mete che intendiamo raggiungere.  Noi siamo gli hub di interscambio».

Che servizi offrite a Telethon?

«Siamo giunti a collaborare con Fondazione attraverso la partnership con il consorzio Cineca, già fornitore di Telethon. Namex ospita gratuitamente l'infrastruttura informatica di Telethon, all'interno di uno dei suoi tre Datacenter, con altissimi standard di affidabilità e in uno degli snodi principali della rete Internet Italiana. Il posizionamento dell'infrastruttura della Fondazione nel nostro Datacenter è strategico in quanto consente a Telethon di beneficiare di assistenza tecnica tutti i giorni, h24, nonché di potersi interconnettere facilmente con i principali fornitori di servizi italiani e internazionali».

Lei personalmente conosceva Fondazione Telethon?

«Conoscevo Telethon e sono da sempre un suo sostenitore, privatamente. Il canale di conoscenza è stato, come per molti la maratona televisiva. Penso da sempre che la serietà e l’affidabilità rappresentino i principali tratti distintivi della Fondazione e che la spinta esercitata dai centri Telethon alla ricerca di soluzioni terapeutiche per fronteggiare le malattie genetiche rare sia un unicum a livello internazionale».

Innovazione e ricerca di soluzioni all’avanguardia possono essere un filo rosso valoriale che unisce idealmente l’attività di Namex a quella di Telethon?

«Assolutamente sì, nonostante la distanza che separa le reciproche missioni. Ovviamente il tipo di ricerca che caratterizza l’attività di Telethon è esponenzialmente più importante della nostra. Noi offriamo un servizio innovativo in termini tecnologici, Telethon va oltre, esplora territori sconosciuti per individuare quelle che saranno le nuove frontiere terapeutiche idonee a combattere le malattie genetiche. È pur vero che la parte tecnologica in qualche modo ci accomuna, visto che, ad esempio, in ambito medico e biologico può offrire grandi opportunità in termini di sistemi di simulazione scientifica. Poi, come detto, risulta un sostegno imprescindibile per il trasferimento di dati e informazioni praticamente in tempo reale».

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