Utilizzazione dell’arricchimento ambientale e delle neurotrofine per ridurre i deficit di memoria e la neurodegenerazione in un modello murino della malattia di Alzheimer

  • 3 Anni 2003/2006
  • 368.500€ Totale Fondi
La malattia di Alzheimer (AD) è una malattia neurodegenerativa geneticamente complessa che colpisce più di 12 milioni di pazienti in tutto il mondo ed è di gran lunga la più frequente causa di demenza. I pazienti colpiti da questa devastante malattia perdono progressivamente la memoria ed alla fine anche la capacità di ragionare. Non esistono terapie efficaci. Il nostro primo scopo è di determinare il decorso dei deficit di memoria e dei difetti di plasticità sinaptica in un nuovo modello murino di AD, il topo AD11, che sviluppa con l'età una neurodegenerazione che riproduce tutti i segni neuropatologici della AD umana e di correlarli con alterazioni al sistema colinergico, fortemente danneggiato nella AD umana. Questi risultati contribuiranno allo sviluppo di nuovi farmaci. Il secondo scopo è di esplorare la possibilità di ridurre i deficit di memoria e di plasticità sinaptica, di arrestare la neurodegenerazione e di promuovere il rimpiazzo delle cellule perdute nei topi AD11 con strategie non invasive. Useremo tre differenti strategie, il trattamento con Galantamina, un farmaco in uso per AD umana, la somministrazione intranasale di neurotrofine (NT) e l'esposizione ad un ambiente stimolante (EE). EE ed NT incrementano la capacità di apprendere e di ricordare. Esperimenti negli animali hanno correlato questo effetto con la genesi di nuovi neuroni nell'ippocampo, una struttura nervosa cruciale per la memoria ed hanno mostrato che EE ed NT prevengono la morte delle cellule nervose. EE riduce, in un modello animale, la progressione di un'altra devastante malattia neurodegenerativa, la malattia di Huntington. Noi valuteremo se queste strategie possono prevenire, arrestare o addirittura far regredire la neurodegenerazione ed i deficit di memoria nei topi AD11. Questi risultati potrebbero avere una ricaduta diretta per AD nell'uomo, in quanto mostreranno se è possibile arrestare la progressione della AD con strategie non invasive.

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