Una nuova strategia farmacologica per la sindrome linfoproliferativa legata al cromosoma X basata sull’inibizione dell’enzima diacilglicerolo chinasi alfa

  • 3 Anni 2013/2016
  • 375.000€ Totale Fondi
La malattia linfoproliferativa associata al cromosoma X è una malattia ereditaria dovuta alla mancata produzione di una proteina, chiamata SAP, essenziale per una corretta risposta immunitaria e, in particolare, per l’eliminazione dell’eccesso di linfociti attivati in risposta agli agenti patogeni. Pertanto, in questi pazienti, i linfociti privi di SAP, attivati per esempio da infezioni virali persistenti, si accumulano nei tessuti, dando luogo alle diverse manifestazioni della malattia, come infiammazione dei linfonodi, ingrossamento della milza e del fegato, tendenza a sviluppare tumori del sangue come i linfomi. È una malattia molto rara – si stima un’incidenza di una persona su un milione – ed è dovuta a mutazioni del gene SH2D1A, localizzato sul cromosoma X. Sulla base dei risultati ottenuti nel corso del precedente progetto Telethon, abbiamo dimostrato come la proteina SAP funzioni da controllore dell’attività di un enzima, chiamato diacilglicerolo chinasi alfa (DGKa). Obiettivo di questo nuovo progetto è capire quanto il mancato controllo di DGKa sia un evento chiave alla base dell’insorgenza della sindrome: se questo fosse confermato, l’enzima potrebbe essere un candidato bersaglio farmacologico. Somministrando cioè delle sostanze in grado di inibirlo, si potrebbe ripristinare un corretto smaltimento dei linfociti in eccesso, che invece non avviene nei pazienti. Obiettivo di questo nuovo progetto è confermare questa ipotesi in modelli animali della sindrome e sviluppare nuovi inibitori della DGKa da testare successivamente nell’uomo per controllare i sintomi più gravi di questa sindrome, ma anche di alcune malattie autoimmuni caratterizzate da meccanismi analoghi.

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