Un nuovo meccanismo nella aptogenesi della malattia di Alzheimer: antagonismo funzionale fra pro-NGF, NGF e i loro recettori

  • 3 Anni 2006/2009
  • 273.900€ Totale Fondi
Il 95 % dei pazienti Alzheimer e’ colpita dalla forma sporadica, per la quale non si conoscono cause, ne’ meccanismi cellulari e molecolari. Per la malattia di Alzheimer (MA) esistono oggi solo cure sintomatiche. Per le rare forme genetiche di MA si conoscono i geni responsabili (in particolare i geni della proteina amiloide e delle presiniline), ma nessun chiaro meccanismo e’ stato ad oggi identificato per le forme sporadiche e si ritiene che differenti meccanismi possano portare al quadro patologico Alzheimer: placche di amiloide, grovigli neurofibrillari di tau e deficit delle cellule nervose colinergiche. Noi abbiamo sviluppato un modello sperimentale (topi AD11) che riproduce in modo completo le principali caratteristiche della MA: deficit di cellule colinergiche, placche della proteina amiloide e grovigli neurofibrillari della proteina tau . Lo studio dei topi AD11 ci ha portato a scoprire un nuovo meccanismo molecolare che porta, nel cervello del topo, alla neurodegenerazione Alzheimer, in seguito ad un alterato equilibrio della attivita’ del fattore di crescita nervoso (NGF). Il coinvolgimento del NGF nella MA, in termini di una sua ridotta attivita’ sulle cellule colinergiche, era stato ipotizzato, ma non era chiaro se e come il deficit colinergico risultante da una ridotta attivita’ del NGF fosse responsabile dell’intero quadro patologico che caratterizza in modo univoco la MA. I nostri risultati sperimentali ci hanno portato ad ipotizzare che l’aumentata attivita’ di una forma “tossica” del NGF, che costituisce il naturale precursore della forma “benefica” dello stesso NGF, possa attivare tutta la cascata di eventi biochimici che portano al quadro neuropatologico della MA. Recenti dati clinici in letteratura confortano questa ipotesi. Lo scopo di questo progetto e’ di verificare in modo stringente la effettiva consistenza di questa nuova ipotesi, che, se dimostrata, aprirebbe nuove strade allo sviluppo di nuovi approcci terapeutici alla MA.

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