Meccanismi epigenetici e sinaptici alla base della sindrome X fragile

  • 3.1 Anni 2015/2018
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La sindrome dell’X fragile è una forma comune di disabilità intellettiva che interessa circa un bambino maschio ogni 4000 e una bambina ogni 6000. Inoltre, la prevalenza di portatrici sane e ad alto rischio di avere figli affetti è stimata intorno a 1 su 250 donne. I bambini affetti possono avere uno sviluppo mentale molto variabile, eventualmente accompagnato da comportamenti simili all'autismo e frequenti crisi epilettiche. La sindrome è dovuta alla mutazione del gene FMR1, localizzato sul cromosoma X, che consiste nella ripetizione eccessiva (detta amplificazione) di una sequenza di DNA nel promotore del gene. Alcune persone possiedono un numero intermedio di ripetizioni che non provoca effetti (pre-mutazione), mentre la mutazione completa determina nei soggetti affetti la mancata produzione della proteina normalmente codificata dal gene FMR1. Il nostro gruppo di ricerca ha generato cellule staminali pluripotenti a partire da cellule del sangue di pazienti affetti dalla sindrome. Poiché le cellule staminali pluripotenti possono essere a loro volta differenziate in neuroni in vitro, esse rappresentano un modello di derivazione umana che permette di seguire lo sviluppo dei neuroni e offre l’opportunità di studiare e comprendere i meccanismi che portano alla genesi della malattia. Obiettivo di questo progetto è identificare nuovi possibili approcci terapeutici per la cura di questa sindrome. Verrà utilizzato un doppio approccio che permetterà sia di intervenire direttamente sul gene FMR1, sia di verificare se sia possibile correggere i difetti neuronali tramite un trattamento con specifici peptidi nel modello sperimentale di derivazione umana. I promettenti risultati ottenuti finora ci incoraggiano a credere che la scoperta di una cura efficace per la sindrome dell’ X fragile sia un obiettivo perseguibile.

Pubblicazioni Scientifiche

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