Analisi funzionale delle mutazioni di connessine che causano sordità genetica

  • 2 Anni 2002/2004
  • 129.000€ Totale Fondi
Nei paesi sviluppati la sordità è principalmente dovuta a fattori genetici: almeno nel 60% dei casi la patologia viene ereditata. Molti geni sono coinvolti nei diversi tipi di sordità (sindromica e non-sindromica). La sordità ereditaria non sindromica è dovuta per l’80% a mutazioni recessive. Si ritiene che più di 100 geni, alcuni dei quali sono stati identificati, possano essere coinvolti nello sviluppo di sordità. Benché più di 20 regioni cromosomiche siano state associate alla sordità di tipo autosomico recessivo non-sindromico, una singola regione, denominata DFNB1, è responsabile della maggioranza dei casi. Il gene coinvolto in questo tipo di sordità, chiamato GJB2, codifica per la proteina Cx26 appartenente alla famiglia delle connessine che vanno a formare canali intercellulari (gap junctions). Le connessine sono espresse in molti tessuti e permettono il rapido scambio di ioni e piccole molecole tra cellule contigue. Almeno altri tre geni di connessine sono coinvolti nella sordità: GJB1 (Cx32), che è anche responsabile della malattia di Charcot-Marie-Tooth legata al cromosoma X; GJB6 (Cx30), recentemente associato ad una forma di sordità dominante in una famiglia italiana; infine GJB3 (Cx31), coinvolto sia nella sordità che in malattie della pelle, dipendentemente dalla posizione delle mutazioni. In questo progetto di ricerca ci proponiamo di approfondire la comprensione del ruolo delle connessine nella sordità ereditaria attraverso un approccio interdisciplinare che comprende studi di biologia cellulare e di funzionalità proteica. Ciò aiuterà a comprendere la genesi molecolare della patologia, fornendo altresì informazioni utili per lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici.

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