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Cos'è e come si manifesta la distrofia muscolare dei cingoli?

L’espressione distrofia muscolare dei cingoli si riferisce a un gruppo ampio ed eterogeneo di malattie come le sarcoglicanopatie, la calpainopatia, la disferlinopatia, la laminopatia e altre ancora, caratterizzate da debolezza muscolare, che interessa in particolare i muscoli del cingolo pelvico e scapolare. Le persone colpite mostrano difficoltà ad alzare le braccia, sollevare pesi, fare le scale, alzarsi da terra, correre. Il decorso clinico è estremamente variabile, le forme gravi hanno di solito insorgenza precoce (infantile) e rapida progressione (come molte sarcoglicanopatie), altre sono più lievi e non compromettono significativamente l’aspettativa di vita e/o l’autonomia motoria degli individui affetti (come la disferlinopatia). Molti sintomi sono comuni nei diversi sottotipi: a differenziare le varie malattie è la causa genetica.

Come si trasmette la distrofia muscolare dei cingoli?

Le distrofie muscolari dei cingoli possono essere trasmesse con meccanismo autosomico sia dominante sia recessivo. Nelle forme dominanti è sufficiente che uno dei genitori sia affetto per avere la probabilità di trasmettere la malattia al 50% dei figli. Nelle forme recessive entrambi i genitori devono essere portatori sani del gene mutato e la probabilità che la malattia si manifesti nei figli sarà del 25%. Le forme dominanti sono di solito più benigne e meno frequenti delle forme recessive. Le mutazioni responsabili delle distrofie dei cingoli sono state individuate in numerosi geni tra cui quelli codificanti per le proteine miotilina, lamina A/C, caveolina-3 nelle forme dominanti e calpaina-3, disferlina, sarcoglicani ecc. nelle le forme recessive.

Come avviene la diagnosi della distrofia muscolare dei cingoli?

La diagnosi si effettua a partire dall’osservazione clinica e dall’esito di esami strumentali come risonanza magnetica o tomografia computerizzata e dal dosaggio di alcuni enzimi muscolari (come la creatin chinasi). La conferma definitiva si ha con l’analisi genetica: nei casi nei quali si conosca la mutazione responsabile della malattia è possibile effettuare la diagnosi prenatale. Solo in alcuni casi particolari può essere necessaria la biopsia muscolare.

Quali sono le possibilità di cura attualmente disponibili per la distrofia muscolare dei cingoli?

Non esiste ancora una terapia risolutiva. La qualità di vita dei pazienti può essere notevolmente migliorata con trattamenti sintomatici e pluridisciplinari (fisioterapia, valutazione della funzionalità cardiaca, interventi ortopedici ecc.). La somministrazione di antinfiammatori, in particolare corticosteroidi, può rallentare il danno a livello muscolare, proteggendone la funzione. Sono in corso di sperimentazione approcci innovativi come la terapia cellulare, la terapia genica e l’uso di piccole molecole.

Ultimo aggiornamento

24.02.21

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