Nato a Venezia nel 1949, si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1973. La sua attività scientifica si è caratterizzata negli ultimi 25 anni per un approccio multidisciplinare allo studio dei meccanismi di regolazione dei secondi messaggeri e sullo studio di come le alterazioni nei meccanismi di segnalazione siano coinvolte nei fenomeni patologici. Dopo un periodo di formazione all’Università di Padova ha trascorso un periodo di tre anni presso l’Università di Cambridge (UK) e rientrato a Padova ha costituito un gruppo di ricerca che ha sviluppato nuove e rivoluzionarie metodologie per la misura dei secondi messaggeri oggi ampiamente utilizzati nella comunità scientifica e nell’industria Biotecnologica e Farmaceutica. Nominato Prof. Ordinario nel 1986, ha diretto il Dipartimento di Scienze Biomediche Sperimentali dell’Università di Padova per 12 anni, ha partecipato alla fondazione dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare che ha poi diretto per 6 anni. Dal 2009 al 2019 ha lavorato anche presso il CNR, prima come Direttore dell’Istituto di Neuroscienze e poi come Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche, la struttura di coordinamento di tutte le attività in campo medico e biologico del CNR (che conta 16 istituti e piu’ di 1500 dipendenti a tempo indeterminato). Le ricerche degli ultimi anni sono state focalizzate principalmente sulla comprensione dei meccanismi patogenetici delle malattie neurodegenerative, in particolare nelle forme genetiche di Alzheimer. In questo campo il Prof. Pozzan e i suoi collaborativi hanno potuto dimostrare che alterazioni dei meccanismi che controllano i segnali nelle cellule cerebrali sono caratteristiche, e precocemente osservabili, in modelli sperimentali di Alzheimer su base genetica. Per la sua attività scientifica Tullio Pozzan ha ricevuto numerosi riconoscimenti, i piu’ importanti sono: Membro EMBO, Premio Feltrinelli per la Medicina, Membro dell’Accademia dei Lincei, Membro della National Academy of Sciences degli USA, Membro della Royal Society del Canada e Membro della Royal Society Inglese. Le sue pubblicazioni hanno ricevuto piu’ di 52.000 citazioni con un h-index di 120.

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