Chiara Bellocchi si è laureata con lode in Medicina e Chirurgia nel 2012, si è specializzata con lode in Allergologia e Immunologia Clinica nel 2018 e nel 2021 ha completato il percorso del Dottorato di Ricerca presso l’Università degli Studi di Milano. Attualmente svolge attività di medico presso la Fondazione IRCCS Ospedale Ca’ Granda Policlinico di Milano presso il dipartimento di medicina interna, immunologia clinica ed allergologia ed è ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano in Medicina Interna nel Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità.

Durante gli anni della sua specializzazione ha trascorso un anno all’estero a Houston, in Texas (USA) lavorando nel Dipartimento di Reumatologia presso la University of Texas Health Science, dove ha avuto modo di sviluppare competenze nella ricerca traslazionale focalizzandosi sulla sclerosi sistemica, una patologia autoimmune rara. Lavora tuttora in collaborazione con centri nazionali e internazionali specializzati in malattie autoimmuni sistemiche. Collabora anche con l’associazione italiana dei malati di sclerosi sistemica “Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia (GILS)”.

L’attività di ricerca della dr.ssa Bellocchi è volta principalmente allo studio delle malattie autoimmuni sistemiche, in particolare della sclerosi sistemica. Bellocchi conduce studi di ricerca clinica e traslazionale ed ha effettuato tra gli altri, studi di espressione genica, proteomica, ed analisi di microbiomica intestinale. Attualmente, il focus principale della sua ricerca è lo studio dei pazienti con sclerosi sistemica nella loro fase preclinica, prima ancora cioè che insorga la malattia clinicamente conclamata.

Credo moltissimo nella ricerca e nell’integrazione delle informazioni della ricerca clinica e preclinica come strumento per aiutarci a migliorare la comprensione delle malattie autoimmuni sistemiche e permettere in un futuro molto vicino un approccio terapeutico il più personalizzato possibile. La diagnosi precoce rappresenta a mio parere un punto nodale per consentire sia di studiare i complessi meccanismi che portano alla malattia sia di intercettare nel più breve tempo possibile il progredire clinico verso la malattia o verso una complicanza clinica. La diagnosi precoce consente una terapia precoce e amplifica le possibilità di fermare il progredire della malattia autoimmune sistemica. Credo sia fondamentale la stretta collaborazione con i pazienti, essenziale per poter fare ricerca e diagnosi precoce 

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