Studio dei meccanismi coinvolti nei difetti cutanei caratterizzanti la sindrome di Hay-Wells

  • 3 Anni 2012/2015
  • 259.700€ Totale Fondi
La sindrome di Hay-Wells (o sindrome AEC) è una malattia genetica a trasmissione autosomica dominante caratterizzata da displasia ectodermica, labio e palatoschisi, adesione congenita dei margini palpebrali inferiore e superiore, mancanza o ridotto sviluppo dei denti (ipodontia), cheratoderma palmare e plantare, ridotta capacità di sudorazione (anidrosi), capelli radi e ispidi e talvolta difetti uditivi. Altre manifestazioni comuni di questa sindrome sono cute denudata alla nascita ed erosioni croniche dello scalpo complicate da infezioni. La malattia è causata da mutazioni nel fattore di trascrizione p63, cruciale per lo sviluppo embrionale della pelle e di altri epiteli. Il gruppo guidato da Caterina Missero ha precedentemente caratterizzato un modello murino che ricapitola fedelmente i difetti cutanei e la palatoschisi tipici dei pazienti e che ha permesso di dimostrare che, durante lo sviluppo embrionale, la crescita delle cellule dell’epidermide è ridotta, con conseguente riduzione delle sue cellule staminali. Tuttavia, a causa della palatoschisi, il modello murino non sopravvive dopo la nascita, limitando quindi le possibilità di studio. Per caratterizzare più nel dettaglio la patologia e capirne i meccanismi, i ricercatori hanno generato due nuovi modelli murini che consentono l’uno di “accendere” la mutazione AEC condizionalmente e superare così la letalità neonatale, l’altro di ottenere una delezione condizionale dell’isoforma del gene p63 alterata dalle mutazioni tipiche della sindrome. Obiettivo di questo progetto è sfruttare questi modelli per studiare la funzione del gene p63 nell’adulto e capire le basi molecolari delle erosioni cutanee croniche, nonché di identificare le molecole coinvolte nella patologia che possano essere bersaglio di farmaci attualmente disponibili o nuovi composti che potrebbero essere testati nel modello murino di AEC. Inoltre, il gruppo ha messo a punto una strategia di silenziamento genico dell’allele mutante che sarà utile per comprendere i meccanismi alla base della patologia e avrà implicazioni terapeutiche.

Pubblicazioni Scientifiche

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