Coinvolgimento della glia nella patogenesi della SLA: valutazione di due nuovi approcci terapeutici

  • 2 Anni 2005/2007
  • 100.000€ Totale Fondi
La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una patologia neurodegenerativa dell’adulto che colpisce circa 5 individui su 100.000. La caratteristica principale è la perdita progressiva della forza muscolare fino alla paralisi. Tali sintomi sono conseguenza della morte dei motoneuroni cerebrali e spinali, cellule che trasmettono i comandi dal cervello ai muscoli. Le cause della SLA sono sconosciute nella maggior parte dei casi, tuttavia il 10% dei pazienti mostra una forma ereditaria della patologia. Tra queste forme familiari, il 20% è causato da diverse mutazioni dell’enzima antiossidante superossido dismutasi 1 (mtSOD1). Questa osservazione ha permesso di generare diversi modelli sperimentali della patologia, tra cui topi transgenici che esprimono la mtSOD1 e che perciò sviluppano una patologia simile alla malattia riscontrata nell’uomo. Questo risultato ha reso possibile sia lo studio di meccanismi patogenetici, sia la valutazione di diverse terapie. Studi recenti condotti su tali animali hanno dimostrato che i motoneuroni potrebbero non essere l’unico bersaglio della tossicità delle mtSOD1, ma che le proteine mutate potrebbero influenzare anche cellule circostanti, come gli astrociti, che sono deputati al mantenimento dell’ambiente ottimale per i neuroni. Da parecchi anni, il nostro gruppo di ricerca è impegnato nello studio del ruolo degli astrociti in condizioni fisiologiche e patologiche. Recentemente, abbiamo dimostrato che le mtSOD1 non sono direttamente nocive per gli astrociti in coltura, ma li rendono vulnerabili a stimoli solitamente non tossici. Sulla base di queste scoperte, proponiamo studi finalizzati ad individuare nuovi farmaci da proporre per la terapia umana all’interno di due categorie di molecole innovative, specificamente indirizzate a correggere gli eventi disregolati negli astrociti durante la progressione della SLA.

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