Approccio terapeutico con SGLT2-inibitori in un modello murino di GSD1b per correggere il sistema deficitario di riparazione dei metaboliti che colpisce la funzione dei neutrofili e del rene

  • 1.3 Anni 2020/2022
  • 49.770€ Totale Fondi

Questo progetto è stato finanziato grazie al Bando Spring Seed Grant 2020 dall'Associazione Italiana Glicogenosi.

 

La glicogenosi 1b (GSD1b) è una malattia rara per cui non vi sono valide cure. Le terapie di supporto finora disponibili hanno cronicizzato questa malattia, impattando significativamente sulle vite dei pazienti. In particolare, la neutropenia e la disfunzione dei neutrofili porta a gravi infezioni e IBD, che hanno un effetto molto pesante sulla qualità di vita dei pazienti. Il trattamento con il GCSF, per correggere la neutropenia, non solo non è efficace per molti pazienti ma il suo uso prolungato può portare allo sviluppo di leucemie. Inoltre, i danni a lungo termine della GSD1b sulla funzionalità renale richiedono spesso il ricorso alla dialisi o al trapianto renale. E’ quindi necessario trovare terapie alternative più efficaci e meno tossiche per risolvere questi problemi. L’uso delle gliflozine è stato recentemente proposto per migliorare la funzione dei neutrofili. Tuttavia, il profilo di sicurezza e i possibili effetti sulle alterazioni renali ed epatiche non sono noti. In effetti, i nostri risultati preliminari suggeriscono che il rene svolga un ruolo centrale non solo come bersaglio delle gliflozine ma anche mediando il loro effetto benefico sull’intero corpo. Con questo studio ci proponiamo di dare risposta a questi quesiti utilizzando un modello animale per la GSD1b e conducendo un’analisi globale di biologia dei sistemi sulla funzione del rene e dei neutrofili in risposta alle gliflozine. Questo ci consentirà di ottenere informazioni importanti sulla sicurezza delle gliflozine e di evidenziare meccanismi patogenetici sconosciuti. Quest’ultimo punto è fondamentale per aumentare le opzioni terapeutiche per i pazienti affetti da GSD1.

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