• 1 Progetti di Ricerca Finanziati
  • 1 Ricercatore
  • 58.410€ Finanziamento totale

Che cos’è e come si manifesta la sindrome di Barth?

La sindrome di Barth è una rara malattia genetica che si manifesta quasi esclusivamente nei maschi, che nell’infanzia mostrano tratti facciali caratteristici con guance piene, occhi incavati e orecchie prominenti. I pazienti presentano cardiomiopatia (dilatativa con ipertrofia miocardica variabile, talvolta con ventricolo non compattato o fibroelastosi endocardica, aritmia), miopatia scheletrica (caratterizzata da debolezza muscolare ed elevata affaticabilità nell’ esercizio fisico), infezioni ricorrenti dovute a carenza di globuli bianchi (neutropenia cronica, ciclica o intermittente), presenza dell’acido 3 metilglutaconico (3 MGC) nelle urine (aciduria), ritardo nella crescita e nello sviluppo puberale. Il quadro clinico è estremamente variabile. L'aritmia ventricolare, in particolare durante l’infanzia e l'adolescenza, può provocare morte cardiaca improvvisa. La prevalenza stimata è di 1 caso su 300.000-400.000.

Come si trasmette la sindrome di Barth?

La sindrome di Barth è causata da mutazioni nel gene TAZ, localizzato sul cromosoma sessuale X. Per questo, la malattia si trasmette con modalità legata all’X: in genere solo i maschi (che hanno un solo cromosoma X) presentano i sintomi, mentre le femmine portatrici dell’alterazione sono solitamente asintomatiche. Il gene TAZ contiene le istruzioni per costruire una proteina chiamata tafazzina, coinvolta nel metabolismo della cadiolipina, un lipide che ha un ruolo fondamentale nella funzione mitocondriale.

Come avviene la diagnosi della sindrome di Barth?

La diagnosi si basa sullo screening metabolico delle urine, che mostra un aumento dell’escrezione dell’acido organico 3-MGC, seguito dal sequenziamento del gene TAZ. Tuttavia, l’escrezione di 3-MGC può essere normale anche nei casi gravi e non è un marker specifico della sindrome. Il test diagnostico di elezione è l'analisi lipidica, ossia del rapporto monolisocardiolipina (MLCL)/cardiolipina (CL) nel sangue, nei tessuti, nei fibroblasti o nei campioni di sangue neonatale conservato.

Quali sono le possibilità di cura attualmente disponibili per la sindrome di Barth?

Non c’è una cura specifica; non tutti i pazienti esibiscono gli stessi sintomi. Il trattamento è sintomatico e multidisciplinare. L'insufficienza cardiaca è trattata con i farmaci convenzionali o, nei casi più gravi, se il paziente è refrattario ai farmaci, con trapianto cardiaco. L’elevato rischio di infezione e sepsi batterica dovuta a neutropenia intermittente può essere ridotto usando profilassi antibiotica e, periodicamente, il fattore stimolante le colonie granulocitarie (G-CSF).

Ultimo aggiornamento

25.09.19

Il tuo browser non è più supportato da Microsoft, esegui l'upgrade a Microsoft Edge per visualizzare il sito.