Cosa sono e come si manifestano le porfirie?

Le porfirie sono un gruppo di malattie metaboliche dovute a deficit di uno degli enzimi coinvolti nella sintesi dell’eme, un complesso chimico essenziale per l’assemblaggio dell’emoglobina, la proteina contenuta nei globuli rossi essenziale per il trasporto dell’ossigeni ai tessuti. Il deficit di attività porta a un accumulo di molecole chiamate porfirine o dei loro precursori, che si depositano nei tessuti e vengono escreti nelle urine e nelle feci. A seconda del difetto enzimatico presente, l’accumulo avviene in sedi diverse e diverse sono la via di eliminazione e la sintomatologia provocata. Le porfirie possono essere classificate in diversi modi: acute e cutanee, oppure epatiche ed eritropoietiche. Le forme acute (deficit di ALA -Deidratasi, porfiria acuta intermittente, coproporfiria ereditaria, porfiria variegata) sono caratterizzate da coinvolgimento neurologico e comportano sintomi quali: dolori addominali e muscolari, febbre, vomito, astenia, perdita della sensibilità (iperestesie e parestesie), aumento dei globuli bianchi (leucocitosi), instabilità emotiva, stitichezza, tachicardia e ipertensione. Le forme cutanee (protoporfiria eritropoietica, porfiria eritropoietica congenita, porfiria cutanea tarda e porfiria epatoeritropoietica) sono invece caratterizzate da sintomi esclusivamente cutanei tra cui, per esempio, fotofobia, ispessimento della pelle, formazione di bolle.

Come si trasmettono le porfirie?

Nella maggioranza dei casi le porfirie sono ereditarie, causate da mutazioni nei geni codificanti per gli enzimi della via biosintetica dell’eme. Sono possibili differenti modalità di trasmissione: autosomica dominante (basta ereditare una copia alterata del gene da uno dei genitori per manifestare la malattia), autosomica recessiva (occorre ereditare due copie alterate del gene da entrambi i genitori) legata al cromosoma X (i maschi che ereditano dalla madre il cromosoma X con il gene alterato si ammalano).

Come avviene la diagnosi delle porfirie?

La diagnosi può richiedere tempo, perché i primi sintomi delle porfirie sono poco specifici. In caso di sospetto, la conferma viene ottenuta con esami di laboratorio (esami del sangue, delle urine e delle feci). In molti casi, inoltre, è possibile effettuare l'analisi genetica, ricercando le mutazioni responsabili nei geni coinvolti.

Quali sono le possibilità di cura attualmente disponibili per le porfirie?

Non esiste una cura risolutiva. L'emina per via endovenosa è raccomandata per la gestione degli attacchi acuti, tenuto conto che il trattamento presenta limitazioni associate alla somministrazione ripetuta. Nel 2021 è stato approvato in Italia il primo farmaco (Givosiran) per la porfiria epatica acuta: si tratta di un farmaco il cui approccio è basato sulla tecnica dell'RNA interference (RNAi) un meccanismo naturale di silenziamento genico. Per la protoporfiria eritropoietica è stato invece approvato il farmaco afamelanotide, che agisce come agonista di uno dei recettori dell’ormone melanotropo e, in forza della sua azione antiossidante, permette ai malati di esporsi alle radiazioni solari senza incorrere nei sintomi della malattia.

Ultimo aggiornamento

25.02.22

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