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Che cos’è e come si manifesta l’iperplasia surrenalica congenita?

Con iperplasia surrenalica congenita si indica un gruppo di malattie genetiche caratterizzate da un'insufficiente produzione di due importanti ormoni derivati dal colesterolo - il cortisolo, l’aldosterone o entrambi – a causa di un difetto genetico in uno degli enzimi coinvolti nella loro sintesi. Il deficit enzimatico si traduce in un accumulo dei precursori, che, in alcuni deficit enzimatici, e in particolare in quello più frequente, il deficit dell’enzima 21-idrossilasi, vengono convogliati verso la sintesi di altri ormoni, quelli androgeni prodotti dalle ghiandole surrenali. Complessivamente, si stima che l’iperplasia surrenalica congenita abbia una prevalenza di 1 caso su 14mila. Nelle femmine, nelle forme più gravi, l’eccesso di androgeni si manifesta solitamente alla nascita con genitali esterni ambigui (per esempio ingrossamento del clitoride, fusione delle grandi labbra), mentre, nelle forme più lievi, nel corso degli anni successivi possono presentare irsutismo, oligomenorrea e acne. Nei maschi, invece, l’eccesso di androgeni in genere non è evidente alla nascita e può o manifestarsi nell’infanzia con una maggiore velocità di crescita e con segni di pubertà precoce. In entrambi i sessi, la virilizzazione può essere accompagnata anche da perdita di sali, che portano a una riduzione di sodio nel sangue (iponatriemia) e a un eccesso di potassio (iperkaliemia), condizioni che se non trattate possono essere molto pericolose e che, associate al deficit di cortisolo, possono causare il decesso del neonato. Inoltre, poichè le alterazioni ormonali sono presenti già in fase prenatale, l’iperplasia surrenalica congenita può comportare anche il rischio di disordini del neurosviluppo, disfunzione gonadica e infertilità: si tratta di condizioni ancora poco comprese e difficili da trattare, per le quali studi di ricerca stanno cercando di migliorare la nostra conoscenza e capacità di intervento.

Come si trasmette l’iperplasia surrenalica congenita?

Nel 90 per cento dei casi, l’iperplasia surrenalica congenita è dovuta a un difetto nel gene CYP21A2, che codifica per l’enzima 21-idrossilasi: la gravità della malattia dipende dalla specifica mutazione e dal grado di deficit enzimatico. Si trasmette con modalità autosomica recessiva: per manifestare i sintomi occorre cioè ereditare il difetto da ciascuno dei genitori, entrambi portatori sani; solo raramente si ha una mutazione “de novo”; in questo caso solo uno dei genitori è portatore sano.

Come avviene la diagnosi dell’iperplasia surrenalica congenita?

Nelle femmine la diagnosi si pone di solito alla nascita, quando sono presenti genitali ambigui. In caso di familiarità, è anche possibile effettuare la diagnosi in epoca prenatale, durante la villocentesi o l’amniocentesi. In molti paesi europei e in alcune regioni italiane (Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Valle d'Aosta e Piemonte) l’iperplasia surrenalica congenita è tra le patologie oggetto di screening neonatale. La diagnosi differenziale si pone alla nascita con le altre situazioni cliniche che determinano ambiguità dei genitali esterni; durante l’infanzia e l’adolescenza con le altre malattie che determinano un eccesso di androgeni.

Quali sono le possibilità di cura attualmente disponibili per l’iperplasia surrenalica congenita?

Il trattamento si basa sulla terapia sostitutiva con corticosteroidi (idrocortisone) e, nelle forme associate anche a perdita di sali, con mineralcorticoidi. I neonati affetti di sesso femminile possono richiedere una ricostruzione chirurgica dei genitali. Spesso, è necessaria un’ulteriore rivalutazione chirurgica durante l’adolescenza. Con cure appropriate e un'attenzione particolare alle problematiche psicosessuali, è possibile avere una vita sessuale normale e fertile. Nei casi diagnosticati in fase prenatale, è possibile iniziare la terapia sostitutiva già prima della nascita.

Ultimo aggiornamento

22.03.24

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