• 2 Progetti di Ricerca Finanziati
  • 2 Ricercatori
  • 118.785€ Finanziamento totale

Che cos’è e come si manifesta l'anemia diseritropoietica congenita?

Le anemie diseritropoietiche congenite sono malattie causate da difetti dell'eritropoiesi, cioè della produzione di globuli rossi. Sono il risultato della produzione insufficiente di globuli rossi e spesso anche una loro distruzione (emolisi) leggermente superiore alla norma. Si manifestano con anemia di grado variabile, ittero intermittente, ingrossamento del fegato e della milza e molto spesso possono portare a sovraccarico di ferro. A seconda delle cause e di alcune caratteristiche cellulari e istologiche si distinguono tre tipi differenti di anemie diseritropoietiche congenite: CDA 1, 2 e 3. La CDA1 è spesso associata ad anomalie scheletriche, in particolare a carico delle dita delle mani. La CDA3 è estremamente rara.

Come si trasmette l'anemia diseritropoietica congenita?

I meccanismi che causano l'insorgenza di anemie diseritropoietiche congenite non sono ancora stati chiariti del tutto. Si sa che, nel caso della malattia CDA1, il gene coinvolto è CDAN1 detto anche codanina. Il gene coinvolto nella CDA2 è invece Sec23b. La trasmissione di CDA1 e CDA2 avviene con modalità autosomica recessiva: i genitori sono portatori sani e hanno il 25% di probabilità di trasmettere la malattia a ciascuno dei figli. La trasmissione di CDA3 avviene invece con modalità autosomica dominante: un genitore malato ha il 50% di probabilità di trasmettere la malattia a ciascuno dei propri figli.

Come avviene la diagnosi dell'anemia diseritropoietica congenita?

La diagnosi parte dall’osservazione clinica e viene confermata – anche rispetto al tipo di malattia – dall'esame del midollo osseo al microscopio ottico ed elettronico e da indagini biochimiche (elettroforesi delle proteine di membrana dei globuli rossi).

Quali sono le possibilità di cura attualmente disponibili per l'anemia diseritropoietica congenita?

Il trattamento è sintomatico. La CDA1 può essere migliorata dalla somministrazione di interferone alfa. In caso di accumulo di ferro è indicata l'assunzione di sostanze chelanti, in grado di allontanare il ferro in eccesso. Per i casi particolarmente gravi può essere indicata la rimozione della milza.

Ultimo aggiornamento

05.03.12

Il tuo browser non è più supportato da Microsoft, esegui l'upgrade a Microsoft Edge per visualizzare il sito.