Valerio è sempre stato un nuotatore. È nato in provincia di Latina in un maggio del 2000. Mamma Emilia, casalinga, e papà Giovanni, brigadiere della Guardia di Finanza, erano molto giovani (la sorella Gaia sarebbe arrivata cinque anni dopo).

Valerio

La gravidanza è andata benissimo, così come il parto. La conferma della diagnosi è arrivata dopo più di un mese dalla nascita: Valerio aveva un cromosoma in più, Valerio ha la sindrome di Down. All’inizio non è stato facile fare i conti con questa realtà. Giovanni ed Emilia non si aspettavano potesse capitare proprio a loro. Erano lontani dalle famiglie per motivi di lavoro, non sapevano come comportarsi. Valerio, poi, ha indicato la strada.

Da quando ha 16 mesi viene seguito da un centro di riabilitazione di Latina, grazie al lavoro di un logopedista oggi è praticamente autonomo al cento per cento. Al momento non esiste una cura, si può però migliorare tanto la durata e la qualità della vita di chi ne soffre, con terapie riabilitative, fisiche e mentali. A oggi Fondazione Telethon ha finanziato 15 progetti di ricerca sulla sindrome di Down che hanno coinvolto 13 diversi gruppi di ricerca (come quello di Laura Cancedda), per un totale di 2 milioni di euro.

Valerio è sempre stato un bambino, e ora è un ragazzo, molto socievole, si è sempre integrato alla grande. A scuola è stato molto fortunato: oggi frequenta un Liceo Pedagogico con indirizzo Scienze Umane. Come dice papà Giovanni, con lui è impossibile litigare, ed è impossibile non amarlo. Ha iniziato a fare nuoto all’età di tre anni (era leggermente ipotonico, i medici lo consigliarono ai genitori), adesso lo pratica a livello agonistico. Ha frequentato con successo un corso di Primo Soccorso e fa parte degli scout da quasi 10 anni. È stato “assistente bagnante” presso la piscina comunale di Latina per tre mesi, come risultato di una borsa di studio. Ama suonare la chitarra, è grande appassionato di Lucio Battisti. Al primo posto, però, c'è lo sport. Va in mountain bike insieme al padre, spesso percorrono anche 60 chilometri. Da Latina a Sabaudia e ritorno. Insieme vanno forte.

Valerio è impegnatissimo durante la settimana, in casa non c'è mai: tutti i pomeriggi, tranne il mercoledì, fa due ore di nuoto; il venerdì si aggiunge l’atletica (a livello agonistico, è specialista nella corsa 800 metri e 1500), e la domenica frequenta gli scout.

Poco meno di un anno fa, il 12 marzo 2018 è stato insignito Alfiere della Repubblica Italiana dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il suo (grande) merito? Aver salvato nell’estate del 2017 due bimbe, che la corrente aveva spinto a largo mentre facevano il bagno a Sabaudia. Nel momento in cui papà Giovanni si è accorto che le bambine erano in difficoltà, Valerio non ha esitato un attimo a seguirlo, dimostrandosi poi indispensabile per il salvataggio. Qualche mese dopo ha partecipato alla trasmissione di Amadeus, “I soliti ignoti” come personaggio misterioso «Chi è l’eroe di Sabaudia?». La più commossa? La sorella Gaia, sempre dalla sua parte. I due hanno un bellissimo rapporto, lei è molto protettiva, si amano a vicenda. Valerio quando si arrabbia ti guarda storto e poi si mette a ridere. E tutti ridono con lui.

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