La società leader nel settore dello shipping internazionale ha scelto di aderire al programma di donazione per sostenere la ricerca sulle malattie genetiche rare.

«Io sto con Fondazione Telethon» è un gesto semplice ma fondamentale attraverso il quale le imprese possono sostenere la missione di Fondazione Telethon, contribuendo a fidelizzare i propri clienti, aumentando la motivazione dei collaboratori, consolidando la propria reputazione, ma soprattutto rendendosi protagonisti attivi nella creazione di un futuro diverso, un futuro senza malattie genetiche rare. Si può aderire direttamente on line, indicando un importo di donazione qui sul sito di Telethon, come ha fatto, ad esempio, il Gruppo D’Amico, società leader nel settore dello shipping internazionale. Abbiamo chiesto ad Antonia d’Amico, Sustainability Manager e del Gruppo, e a Francesco Rotundo, Group HR Director di Gruppo d’Amico, di spiegarci la motivazione della loro scelta e come intendono renderla sempre più concreta. 

Dottoressa d’Amico, di cosa si occupa la vostra impresa?

«Il Gruppo d’Amico è una società di navigazione leader a livello internazionale. Opera principalmente nella gestione di navi da carico secco (bulk carriers) e navi cisterna, fornendo anche servizi strumentali alle attività di core business. Grazie alla sua forte tradizione imprenditoriale, il Gruppo ha consolidato nel tempo un’ampia presenza su scala mondiale. Sin dagli esordi, risalenti agli anni ’50, il Gruppo ha sempre preservato l’equilibrio tra la vocazione internazionale e la tradizione di azienda familiare, valorizzando i rapporti a livello locale, nei diversi paesi in cui opera. La strategia del Gruppo punta sulla crescita che si fonda su uno sviluppo sostenibile delle proprie attività, con l’obiettivo di consolidare la posizione competitiva sul mercato mondiale. Gli interessi degli stakeholders sono al centro della mission dell’azienda che presta costantemente attenzione alla tutela ambientale a cui si ispirano i principi etici e gli obiettivi di business. Esperienza, competenza e responsabilità sociale, unite all’attenzione verso le esigenze della clientela e alla sicurezza operativa, rappresentano i principi e i valori che orientano l’agire di ogni risorsa del Gruppo. Negli ultimi anni abbiamo rafforzato la nostra strategia di sostenibilità esprimendo sempre più la piena comprensione e l'importanza posta riguardo agli aspetti sociali oltre a quelli ambientali». 

Il vostro Gruppo ha sposato la missione di Telethon da molto tempo oramai. Cosa unisce, secondo lei, il Gruppo d’Amico e la Fondazione?

«Per il Gruppo d’Amico l’impegno a favore della protezione della vita umana è un obbligo morale. Il supporto alle attività benefiche in tutto il mondo indirizza l’impegno del Gruppo in iniziative rivolte ad assistere le popolazioni e i territori maggiormente bisognosi e una importante attenzione è destinata ai bambini che rappresentano il nostro futuro e quello del pianeta. L’impegno, come quello per Telethon, ci vede coinvolti ormai da molti anni in quegli ambiti che hanno l’obiettivo di sostenere lo sviluppo e di assicurare il miglioramento delle condizioni di quei segmenti di popolazione che purtroppo soffrono di patologie, sono vittime di conflitti internazionali e del cambiamento climatico. Negli anni abbiamo assistito, ad esempio, le popolazioni colpite dal terremoto dell’Emilia-Romagna nel 2012, le vittime dello Tsunami in Giappone e in Vietnam e nelle Filippine le vittime degli uragani».

Dottor Rotundo, come viene vissuta, all’interno dell’azienda questa collaborazione?

«Premetto che il nostro Gruppo conta all’incirca poco meno di 400 persone negli uffici e circa 3.000 marittimi che ruotano nell’arco dei 12 mesi a bordo delle nostre navi. È consuetudine aziendale coinvolgere, indistintamente, tutti i nostri collaboratori e dipendenti nei progetti di solidarietà, sia quando questi sono ricorrenti, come nel caso di Fondazione Telethon, o quando l’azienda interviene gestendo iniziative più mirate e anche legate al nostro business come per esempio il sostegno al Centro Internazionale Radio Medico (C.I.R.M.), per l’assistenza al nostro personale di bordo, oppure all’Associazione Il Porto dei Piccoli. oppure gli interventi in aree e popolazioni colpite da accadimenti negativi come è stato nel caso del terremoto in Emilia-Romagna del 2012, oppure di quello in Giappone   nel 2011 e ancora nel caso dell’uragano che ha colpito le Filippine nel 2013 e del tifone in Vietnam nel 2017,  etc.. In tutti questi casi il Gruppo d’Amico ha contribuito attivamente alla ricostruzione dei villaggi oppure all’acquisto di barche ambulanza e all’assistenza diretta alle popolazioni. La comunicazione che giunge ai dipendenti sull’impegno dell’azienda da un lato alimenta un senso di soddisfazione e appartenenza, d’altro canto, come abbiamo spesso osservato, incoraggia l’iniziativa autonoma dei singoli che noi, ovviamente, volentieri sosteniamo. Quindi posso dire che il Gruppo vive collettivamente e con orgoglio lo slancio verso iniziative di sostegno solidale, come nel caso dell’adesione a “Io sto con Fondazione Telethon” e, in qualche modo, ne moltiplica gli effetti proprio attraverso il gesto privato di ogni collaboratore».

Che riscontri avete da questa iniziativa?

«Come appena detto dal dott. Rotundo i riscontri sono soprattutto interni all’azienda. Ci fa piacere verificare ogni volta l’apprezzamento delle nostre persone rispetto a questo impegno».

Dottoressa d’Amico , perché a suo avviso un’azienda dovrebbe aderire ad “Io sto con Fondazione Telethon”?

«Noi siamo convinti dell’opera meritoria della Fondazione Telethon e del contributo enorme prodotto a beneficio delle attività di ricerca in campo medico per le malattie genetiche rare. Basta solo questo, a nostro avviso, per considerare indispensabile per ogni azienda affiancare Telethon in questa missione per il benessere e un futuro di nuova speranza per tanti pazienti e le loro famiglia. Poi la dinamica “Io sto con Fondazione Telethon” facilita la partecipazione, quindi è irrinunciabile».

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