Bnl per Telethon, le persone che fanno la differenza: Gianluca Medugno

In 30 anni di partnership la Fondazione ha raggiunto grandi risultati nella ricerca per le cure delle malattie genetiche rare. Grazie a tutti i donatori che l’hanno sostenuta e ad alcuni dei protagonisti della banca.

Gianluca Medugno, dipendente Bnl e membro del Comitato Udinese Staffette

Una storia di successi. Il lungo e appassionato rapporto di collaborazione tra Fondazione Telethon e Bnl Gruppo Bnp Paribas rappresenta un esempio straordinario nel panorama del sostegno privato alla ricerca scientifica. Una sinergia che ha pervaso nel profondo l’organizzazione del Gruppo bancario e che coinvolge da sempre tutti i suoi dipendenti, che si riflettono nella missione della Fondazione.

Abbiamo chiesto ad alcuni di loro di parlarci della loro personale esperienza con e per Telethon, ognuno rispetto al ruolo svolto. 

«Il mio ringraziamento va a tutti coloro che hanno contribuito all’organizzazione e al successo della staffetta di Udine a favore della fondazione Telethon. Donare tutti insieme ci rende più forti e orgogliosi» spiega Gianluca Medugno, dipendente Bnl e membro del Comitato Udinese Staffette. Conosciamolo meglio.

Si presenti…

«Mi chiamo Gianluca Medugno e sono il direttore gruppo filiali del Friuli-Venezia Giuli di Bnl-Gruppo Bnp Paribas. Oramai da molti anni presente nel Nord-Est, fra Veneto e Friuli-Venezia Giulia».

Si ricorda la prima volta che ha sentito parlare di Fondazione Telethon?

«Venire a conoscenza di Fondazione Telethon ed essere catapultato nel suo bellissimo e sfidate mondo è stato un tutt’uno, non appena messo piede in banca, nel 1999. Ho avuto modo di svolgere il mio addestramento in varie filiali in Italia, e in tutte si viveva l’attesa per la maratona Telethon di dicembre, in occasione del quale organizzavamo eventi o iniziative. Approdato nel Nord-Est sono entrato, come consigliere, nello staff per la realizzazione della staffetta di Udine 24 x 1 ora, un lavoro intenso che occupa praticamente tutto l’anno. Fino a prima del Covid partecipano 600 squadre e si correva per 24 ore. Abbiamo registrato partecipazioni anche di 15mila persone. Causa pandemia, nel 2020 abbiamo realizzato l’iniziativa solo in versione online, con la partecipazione di 5000 persone, mentre quest’anno stiamo provando a prevedere una formula mista, in presenza e da remoto».

Ha un ricordo particolarmente significativo della sua personale esperienza accanto a Fondazione Telethon?

«Ne ho tanti, emozionanti, a partire dai volontari che sfidando ogni tipo di intemperia per dare una mano negli eventi organizzati nel corso della maratona, senza sosta, di sabato e di domenica, alle tantissime persone pronte a correre per un’ora, sull’arco di un’interna giornata, anche in questo caso incuranti delle condizioni meteorologiche. Si tratta di qualcosa di magico, che riscalda il cuore, a prescindere dai risultati della raccolta».

Se dovesse definire con un aggettivo il suo personale legame con Fondazione Telethon quale utilizzerebbe?

«Se devo utilizzare un unico aggettivo allora scelgo «profondo», nel senso di coinvolgimento e intensità emotiva legata ad ogni iniziativa. In questi anni ho toccato con mano la passione di tante persone che credono e hanno fiducia in telethon, ed è stimolo costante a non mollare mai».

Cosa ha unito e unisce ancora, secondo lei, Bnl e Fondazione Telethon?

«Sicuramente l’attenzione alle persone e ai valori. Ovviamente con i dovuti distinguo, ma penso che Bnl Gruppo Bnp Paribas e Telethon possano essere accomunati da una visione che mette al centro la sicurezza e il benessere degli individui, per offrire loro la prospettiva di un futuro più sicuro».

Che emozioni le suscita ripensare a tutti i grandi risultati che Bnl e Telethon hanno conseguito in questi 30 anni di collaborazione?

«Orgoglio e soddisfazione, pensando che anche attraverso il mio piccolo contributo siamo riusciti a raggiungere grandi risultati, puntando sempre il massimo. Gli ultimi due anni sono stati ovviamente più difficili, ma nonostante tutto non sono mancate le soddisfazioni».

C’è un’idea che proporrebbe per rendere ancora più vincente questa collaborazione?

«Mi piacerebbe che quanto riusciamo a fare a Udine possa essere replicato con analogo successo anche in altre città italiane. Inoltre, grazie ai passi da gigante realizzati dalla digitalizzazione, si potrebbe coinvolgere, in remoto, l’intero territorio nazionale, e ogni città potrebbe organizzare la propria corsa virtuale».

C’è qualcosa di Fondazione Telethon che vorrebbe sapere o che ancora non conosce?

«In realtà non conosco in dettaglio tutti i progetti portati avanti dai centri di Fondazione Telethon e finanziati attraverso la raccolta. Mi piacerebbe sapere con più precisione per quali tipi di malattie vengono destinati i fondi e quali risultati vengono ottenuti».

Cosa direbbe a un amico o a un parente per convincerlo a sostenere Fondazione Telethon? «Farei appello alla leva della serietà e della trasparenza del bilancio, due elementi che evidenziano, senza tema di smentita, il grande impegno e la responsabilità di tutti coloro che operano per combattere quotidianamente le malattie genetiche».

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