Un gruppo di ricercatori dell’Università di Pavia finanziato dalla Fondazione Telethon ha dimostrato l’efficacia e la sicurezza di un farmaco, il talidomide, nel trattamento delle manifestazioni di una rara malattia genetica, la teleangectasia emorragica ereditaria (HHT).
Il lavoro è stato coordinato da Carlo Balduini, professore di Medicina interna all’Università di Pavia e direttore del dipartimento di Medicina della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia e da Rosangela Invernizzi, professore associato presso la sezione di Medicina interna e Oncologia medica dell’Università di Pavia.


Lo studio, di fase II, è stato pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet Haematology e apre una concreta prospettiva di cura per la teleangectasia emorragica ereditaria (HHT). Questa è una malattia caratterizzata da malformazioni delle giunzioni tra arterie e vene e provoca epistassi, cioè sanguinamento spontaneo e abbondante del naso con gravi conseguenze con l’anemia e il bisogno di continue trasfusioni. Per la terapia dell’HHT sono stati tentati vari approcci ma ad oggi non esiste un trattamento risolutivo. I ricercatori hanno valutato l’efficacia del farmaco talidomide per trattare l’epistassi in 31 pazienti.
Il talidomide è tristemente noto poiché negli anni cinquanta veniva prescritto alle donne in gravidanza come sedativo e per prevenire le nausee, ma fu poi ritirato dal commercio perché venne dimostrato che causava gravi alterazioni congenite nei neonati, che nascevano con malformazioni agli arti. Studi successivi hanno dimostrato che agisce come inibitore dell'angiogenesi, cioè dello sviluppo dei vasi sanguigni e la comunità scientifica ha riacceso l’interesse su questo farmaco.
Partendo dall’osservazione pregressa che pazienti oncologici trattati con talidomide manifestavano una riduzione del sanguinamento, i ricercatori Telethon hanno avuto l’intuizione di testarlo come cura per la teleangectasia emorragica ereditaria per prevenire le epistassi. Il loro lavoro ha avuto in un primo momento l’obiettivo di valutare l’efficacia del farmaco e la percentuale di pazienti che potessero beneficiare del trattamento, in seguito hanno cercato di individuare la dose minima di talidomide richiesta per ridurre i sanguinamenti, il tempo di trattamento necessario e la sicurezza e tollerabilità del farmaco.
Il trial ha coinvolto 31 pazienti affetti da HHT in un periodo di tempo compreso tra il 2011 e il 2014. Di questi pazienti, tre hanno ottenuto una completa cessazione dei sintomi da sanguinamento, mentre gli altri 28 hanno visto i propri sintomi diminuire in modo molto significativo. «Questi risultati – commenta Carlo Balduini, professore di Medicina interna all’Università di Pavia e direttore del dipartimento di Medicina della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia – hanno dimostrato la grande efficacia e sicurezza del talidomide, utilizzato a basse dosi, nel trattamento delle epistassi dei pazienti affetti da HHT, con il raggiungimento di un miglioramento clinico rapido e duraturo. La somministrazione del farmaco ha inoltre determinato un miglioramento dell’anemia dei pazienti trattati, dimostrata da un aumento dei livelli di emoglobina nel sangue e la conseguente riduzione della necessità di trasfusioni. Infatti, 20 dei 23 pazienti dipendenti da trasfusione hanno potuto sospendere del tutto questa procedura».
«Il lavoro apre importanti prospettive per il trattamento di questa malattia e per il miglioramento della qualità della vita dei pazienti – aggiunge Rosangela Invernizzi, prima firma dello studio - Il prossimo obiettivo sarà di verificare la modalità migliore di somministrazione del farmaco. Non è ancora chiaro infatti se sia meglio proporre un trattamento prolungato nel tempo a dosi ancora più basse di farmaco, oppure cicli di trattamento alternati a periodi di sospensione».

STUDIO PUBBLICATO SU THE LANCET HAEMATOLOGY – 27 ottobre 2015
Efficacy and safety of thalidomide for the treatment of severe recurrent epistaxis in hereditary hemorrhagic telangiectasia: results of a prospective phase II clinical trial
Rosangela Invernizzi,1 MD, Federica Quaglia, MD, 2 Caherine Klersy, MD, 3 Fabio Pagella, MD,4 Federica Ornati, PhD, 5 Francesco Chu, MD, 6 Elina Matti, MD, 7 Giuseppe Spinozzi, BME, 8 Sara Plumitallo, MS, 9 Pierangela Grignani, PhD,10 Carla Olivieri, PhD,11 Raffaella Bastia, AS,12 Francesca Bellistri, MD,13 Cesare Danesino, MD,14 Marco Benazzo, MD,15 Carlo L Balduini, MD 16
1. Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo
2. Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo
3. Servizio di biometria ed epidemiologia clinica, Università di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo
4. Dipartimento di Otorinolaringoiatria, Università di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo
5. Dipartimento di Cardio-Torace-Vascolare Unità di Cardiologia, Università di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo e Dipartimento di Medicina Molecolare, Biologia generale e Unità di genetica medica dell’Università di Pavia
6. Dipartimento di Otorinolaringoiatria, Università di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo
7. Dipartimento di Otorinolaringoiatria, Università di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo
8. Dipartimento di Otorinolaringoiatria, Università di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo
9. Dipartimento di Medicina molecolare, Biologia generale e Unità di Genetica medica, Università di Pavia
10. Dipartimento di Medicina Legale e Salute pubblica, Università di Pavia
11. Dipartimento di Medicina molecolare, Biologia generale e Unità di Genetica medica, Università di Pavia
12. Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo
13. Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo
14. Dipartimento di Medicina molecolare, Biologia generale e Unità di Genetica medica, Università di Pavia
15. Dipartimento di Otorinolaringoiatria, Università di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo
16. Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo

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