Nato a Novara nel 1968, Pietro Roversi si laurea in Chimica all’Università di Milano nel 1993 e prosegue con un dottorato di ricerca in Scienze Strutturali nella stessa Università. Dal 1995 lavora nel gruppo del Dr. Gérard Bricogne a Cambridge (UK) – presso il Laboratorio di Biologia Molecolare del Consiglio della Ricerca Medica britannico (MRC-LMB) – introducendo la statistica Bayesiana in cristallografia di macromolecole. Tra il 2003 e il 2012 alla Dunn School of Pathology dell’Università di Oxford (UK), nel laboratorio della Dr.ssa Susan Lea, contribuisce con dozzine di strutture alla biologia strutturale del complemento e del sistema di secrezione di tipo III. Dal 2013 – lavorando nel gruppo della Prof.ssa Nicole Zitzmann all’Università di Oxford – dedica la sua ricerca a rispondere alla domanda: la modulazione degli enzimi responsabili del controllo delle glicoproteine potrà essere una nuova strategia terapeutica per pazienti di malattie rare congenite la cui malattia sia dovuta a una mutazione “innocua” in una glicoproteina? Dal 2018 Roversi guida il proprio gruppo di ricerca, prima all’Università di Leicester (UK) e poi dal 2021 a Milano, all’Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria del CNR. Lo studio finanziato dalla Fondazione Telethon per il 2023-2025 – in collaborazione con i colleghi dell’Università di Chieti e dell’Istituto di Biofisica del CNR – si focalizza su 10 glicoproteine assai poco studiate (“TDark”, si veda a https://pharos.nih.gov/) i cui mutanti provocano malattie rare: nella speranza che per alcuni di questi pazienti si apra uno spiraglio terapeutico che un giorno si affianchi a quelle già esistenti.

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