Struttura ed attività ateroprotettive delle HDL in difetti genetici delle HDL

  • 2 Anni 2008/2010
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La concentrazione plasmatica del colesterolo associato alle lipoproteine ad alta densità (HDL-C) è inversamente correlata all’incidenza di malattie cardiovascolari (CHD); ciò ha condotto alla comune identificazione del HDL-C come “il colesterolo buono”. L’effetto cardioprotettivo delle HDL è legato principalmente alla loro capacità di promuovere il trasporto del colesterolo dai tessuti periferici, inclusa la parete arteriosa, al fegato per l’eliminazione ed alla loro azione protettiva sull’endotelio vasale. Mutazioni rare in diversi geni possono essere causa di difetti genetici delle HDL, caratterizzati dalla marcata riduzione (ipoalfalipoproteinemie familiari, FHALP) o aumento (iperalfalipoproteinemie familiari, FHrALP) delle concentrazioni di HDL-C nel plasma. Cause di FHALP sono mutazioni nei geni che codificano per apoA-I, ABCA1 e LCAT; mentre causa nota di FHrALP è una mutazione nel gene che codifica per l’enzima CETP, che ne abolisce l’attività. Teoricamente, nei soggetti con FHALP si dovrebbe registrare un aumento del rischio di CHD, mentre i soggetti con FHrALP dovrebbe essere protetti contro l’insorgenza di CHD; ci sono, tuttavia, delle eccezioni paradossali a questa regola. Recentemente sta emergendo un nuovo concetto nel campo della prevenzione delle CHD, centrato sulla valutazione non solo della concentrazione di HDL-C, ma anche della funzionalità delle HDL stesse. Quindi, il progetto presentato a Telethon dal nostro gruppo ha lo scopo di valutare la capacità delle HDL di soggetti con FHALP e FHrALP di esercitare alcune delle loro note attività protettive. Questi dati potranno migliorare l’identificazione di portatori di difetti genetici in cui le HDL sono disfunzionali e che, pertanto, potrebbero realmente essere esposti ad un rischio cardiovascolare superiore. Inoltre, questi risultati possono essere di aiuto nell’identificazione di nuove strategie terapeutiche finalizzate a normalizzare la funzionalità delle HDL nei portatori di difetti genetici.

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