Individuazione di una terapia farmacologica per la malattia di De Vivo o sindrome da deficit del trasportatore del glucosio

  • 1 Anni 2014/2015
  • 49.980€ Totale Fondi
La sindrome da deficit del trasportatore del glucosio, o malattia di De Vivo, è una malattia genetica rara che compromette il normale transito del glucosio dal sangue al cervello. Questo si traduce nell’assenza o in una forte riduzione del glucosio a livello encefalico, con conseguenze gravissime sull’organo. I sintomi possono variare, ma le manifestazioni più caratteristiche sono epilessia farmaco-resistente, deficit cognitivi e ritardo dello sviluppo motorio con ridotto volume cerebrale (microcefalia). La forma classica della sindrome si riscontra durante il primo anno di vita, manifestandosi con ritardo dello sviluppo, alterato controllo motorio e rallentamento nella crescita del cranio. In genere, le crisi epilettiche insorgono tra le tre settimane e i quattro mesi di vita, accompagnate da spasmi alle braccia o gambe, pallore, movimenti oculari anomali e sguardo assente. Il bambino può anche avere problemi di equilibrio e coordinazione (atassia), confusione, mal di testa o disturbi del sonno. Tutti i bambini tendono a sviluppare problemi motori, tra cui atassia e spasticità. Obiettivo di questo progetto di ricerca è fornire un metodo per trasportare il glucosio attraverso la barriera ematoencefalica (ovvero nel cervello) anche in assenza dello specifico trasportatore, primo passo verso la cura della sindrome da deficit di GLUT1. Un modo per trasportare molecole nel cervello è quello di legarle a una molecola avente uno specifico trasportatore encefalico. Una volta penetrato, il composto si scinde nelle sue due componenti grazie a degli enzimi litici. Abbiamo già usato questo approccio per la carenza del trasportatore della creatina (un'altra malattia ad esordio pediatrico molto grave e con sintomi simili), e in esperimenti preliminari abbiamo avuto risultati incoraggianti legando la creatina alla vitamina C (che ha un proprio trasportatore cerebrale) o all’acido gluconico (presumibilmente trasportato dal trasportatore del glucosio). Questi risultati preliminari incoraggianti, ci hanno fatto pensare che lo stesso principio possa essere utilizzato per il trasporto del glucosio nella malattia di De Vivo. Inietteremo i composti sperimentali per via intraperitoneale in topi geneticamente privi del trasportatore del glucosio, che riceveremo dal dottor De Vivo (scopritore della malattia e creatore del modello sperimentale della sindrome), e analizzeremo la capacità dei nostri composti di veicolare il glucosio all’interno del cervello. La nostra intenzione è quella di dare un contributo importante alla ricerca su questa malattia e trovare un farmaco che possa forse un giorno curarla.

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