Renato Dutto, coordinatore per le province di Asti e Aosta, è tra i coordinatori che hanno iniziato a camminare con Fondazione Telethon sin dalla sua nascita.

Una storia, quella di Renato, che prende le mosse da un’esperienza giovanile: «Io ho 56 anni, e quando, molti anni fa, mi trovai di fronte all’obbligo militare, scelsi il servizio civile, opzione che in quel periodo veniva penalizzata aumentando il periodo di permanenza a 26 mesi, a differenza dei classici 12 mesi». Renato così si trasferisce a casa di un amico sofferente per una grave distrofia muscolare.

Accanto a lui per tutti quei mesi, oltre a supportare l’amico nelle attività quotidiane, Renato impara quanto sia importante non distogliere lo sguardo da chi soffre e necessita un’attenzione costante, non solo fisica ma anche morale e psicologica. Da quel momento la vita di Renato cambia.

«Si è trattato di un percorso di vita più che di volontariato che dura fino ad oggi».

Oggi Renato è anche presidente della sezione Uildm di Chivasso (To) dedicata a Paolo Otelli e vive a Lauriano, un piccolo comune sempre in provincia di Torino al confine con la provincia di Ast. Nel suo impegno di coordinatore si interfaccia con gli altri referenti del Piemonte così da dar vita ad una rete di coordinamento solidale «che copre l’intero territorio regionale, oltre alla Val d’Aosta, così da attingere energia e idee da tutti coloro che sono impegnati nel sostegno alla ricerca scientifica».

Tanti anche i volontari che mettono a disposizione il proprio tempo e disponibilità, quasi 1.200 quelli dell’area piemontese a cui si aggiungono i 200 valdostani, e come racconta Renato «si può assimilare la figura del coordinatore a quella di un allenatore di una squadra di calcio. Non è detto che si scenda sempre in campo direttamente ma occorre essere dei buoni motivatori. È il gruppo che vince, sempre, e in questo senso anche l’incontro con le famiglie dei pazienti è essenziale per comprendere fino in fondo la missione a cui siamo chiamati».

Renato è un giornalista che ha lavorato in molte redazioni e che sa che quando c’è da impegnarsi si guarda poco all’orologio: «Oggi che lavoro per l’ufficio stampa di una importante amministrazione pubblica piemontese i tempi della mia vita lavorativa si sono regolarizzati, e anche la mia presenza in casa, sorprendentemente per mia moglie abituata a vedermi di rado, si è intensificata».

Tante le collaborazioni attivate sul territorio, oltre alle partnership nazionali che la Fondazione attiva, come con le Pro Loco e l’Avis. Tra queste ci sono quelle legate al mondo militare, sempre più impegnato alle iniziative di solidarietà. «Alpini e bersaglieri offrono un contributo fondamentale, e si sa che se si muovono loro nessuno può resistere». 

Storie dei volontari