Bruno Ferrero, coordinatore di Fondazione Telethon per le province di Biella e Vercelli dal 2009, ha iniziato il suo percorso di impegno fondando con un gruppo di amici la sezione Uildm di Chivasso.

«Mi sto avvicinando a grandi passi al decennale di collaborazione con Telethon, ma effettivamente il mio impegno a favore della ricerca è iniziato molto prima». Bruno Ferrero, coordinatore di Fondazione Telethon per le province di Biella e Vercelli dal 2009, ha fondato con un gruppo di amici la sezione Uildm di Chivasso già nel 1990:

«La scomparsa di un giovane amico in quegli anni ci ha incoraggiato a intraprendere questo percorso. Oggi la sezione di Chivasso di Uildm è una delle tre principali in Piemonte, insieme a quelle di Torino e Omegna».

Quarant’anni di attività nella Asl di Chivasso, Bruno ci descrive un territorio dove la dimensione della “rete” funziona da base di scambio tra associazioni e istituzioni in un contesto di iniziative che mirano alla sensibilizzazione del territorio rispetto al tema del sostegno alla ricerca. «Telethon – racconta – gode di una reputazione molto positiva. Per incrementare questa percezione abbiamo impostato un modello operativo che da subito è apparso molto efficace. Noi coinvolgiamo i comuni o le associazioni nell’organizzazione delle manifestazioni o delle campagne di raccolta. Poi chiediamo direttamente a loro di rendicontare quanto è stato raccolto e di procedere con il versamento alla Fondazione. Così dimostriamo a chi dona che noi non attingiamo a quei fondi per spese di organizzazione o di supporto alla nostra struttura, ma tutto viene versato in favore della ricerca. In questo modo, inoltre, ogni ente o amministrazione può inserire questo rendiconto all’interno dell’albo pretorio e, quindi, risultare direttamente partecipe dell’iniziativa».

Un lavoro certosino quello che Bruno e il gruppo di volontari svolge coinvolgendo tutti i possibili interlocutori: «Ultimamente abbiamo avvicinato anche il mondo della scuola grazie a un evento che ci ha spinto a collaborare con due istituti del territorio. Ci era stato segnalato che un bambino aveva casualmente trovato un palloncino con un messaggio scritto da un coetaneo francese che stava partecipando a una manifestazione legata a Telethon. A questo punto abbiamo deciso di ripetere l’esperienza. Abbiamo predisposto il lancio di ben 200 palloncini che si richiamano al tema della lotta alla malattie genetiche e abbiamo già notizia che alcuni di questi sono stati recuperati da altri bambini, in Liguria ad esempio. La manifestazione, organizzata praticamente a costo zero, ci ha dato soprattutto modo di avviare un rapporto con le scuole con cui sicuramente saremo in grado di sviluppare una collaborazione a tutto vantaggio della diffusione della cultura della solidarietà».

La notorietà di Telethon funziona da richiamo molto importante per trovare nuovi sostenitori. «Telethon è conosciuto e noi ci presentiamo come suoi ambasciatori. Ciò ci consente di entrare in contatto diretto con istituzioni e associazioni all’interno delle quali noi cerchiamo di individuare un nostro referente. Così la relazione diventa più fluida e funzionale rispetto alla nostra mission. A oggi siamo riusciti a mettere in rete circa 50 enti con cui è stata impostata una dinamica di scambio. Noi veniamo incontro alle loro esigenze organizzative e loro ci sostengono ogni qual volta abbiamo bisogno della loro collaborazione». Uno scambio che si alimenta anche sulla base di una sana competizione. «Periodicamente pubblichiamo la lista delle raccolte effettuate da associazioni e comuni, e tra loro scatta un po’ una rivalità, a tutto vantaggio dei livelli di raccolta fondi». Così, ad esempio, tra i comuni più prolifici risulta Scopa, in provincia di Vercelli, che grazie all’entusiasmo dei suoi 381 abitanti, è riuscita a raccogliere 3.291 euro, risultando secondo solo a Gaglianico, della provincia di Biella, che i suoi 3.658,99 euro li ha messi insieme grazie al contributo dei suoi 3.763 abitanti.

Nei programmi di Bruno la possibilità di estendere le sue attività in favore della Fondazione anche ai comuni più grandi: «Sto pensando ad alcune iniziative da organizzare, ad esempio, a Vercelli, ma ancora non ho trovato la chiave di volta appropriata. Ad esempio – spiega – un’idea su cui sto lavorando da qualche tempo è quella di chiedere ai bar cittadini di poter raccogliere una percentuale sulla vendita dei caffè ma ancora non sono riuscita a concretizzarla».

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