Bnl per Telethon, le persone che fanno la differenza: Silvia Primavera

In 30 anni di partnership la Fondazione ha raggiunto grandi risultati nella ricerca per le cure delle malattie genetiche rare. Grazie a tutti i donatori che l’hanno sostenuta e ad alcuni dei protagonisti della banca.

Silvia Primavera - Direzione Engagement progetto tennis Ace

Una storia di successi. Il lungo e appassionato rapporto di collaborazione tra Fondazione Telethon e Bnl Gruppo Bnp Paribas rappresenta un esempio straordinario nel panorama del sostegno privato alla ricerca scientifica. Una sinergia che ha pervaso nel profondo l’organizzazione del Gruppo bancario e che coinvolge da sempre tutti i suoi dipendenti, che si riflettono nella missione della Fondazione.

Abbiamo chiesto ad alcuni di loro di parlarci della loro personale esperienza con e per Telethon, ognuno rispetto al ruolo svolto. 

«Cogliere ogni opportunità è fondamentale per ottenere grandi risultati. Per questo uniamo gli asset più importanti della nostra banca a favore della ricerca. Gli internazionali Bnl d'Italia rappresentano un momento di visibilità molto importante per Bnl e la possibilità di lanciare iniziative come «Ace per Telethon» per sensibilizzare gli appassionati di tennis nei confronti della raccolta a favore della Fondazione è un nostro obiettivo» ci ha spiegato Silvia Primavera della Direzione Engagament progetto tennis Ace. Conosciamola meglio.

Si presenti…

«Lavoro in Bnl Gruppo Bnp Paribas da più di 15 anni, prima nell’ambito del private banking e poi per la Direzione Comunicazione. Dal 2012 mi occupo di sponsorship per un’altra storica collaborazione del gruppo bancario, quella con gli Internazionali di tennis di Roma. Si tratta di un altro ambito che offre grandi soddisfazioni, come per esempio l’avvio e l’affermazione di “We are tennis”, la community di appassionati di tennis più grande in Italia».

Si ricorda la prima volta che ha sentito parlare di Fondazione Telethon?

«Credo effettivamente che corrisponda con il mio ingresso in banca. Nonostante non sia mai stata coinvolta direttamente nell’organizzazione della maratona o alle settimane di sostegno a Telethon nelle filiali del gruppo, ho avvertito sempre con enorme entusiasmo tutto l’impegno che veniva infuso nelle attività di raccolta per la ricerca scientifica. Poi è subentrata la prossimità che collegava l’area Telethon a quella della banca durante il torneo romano di tennis, e quindi la conoscenza, e la collaborazione, sono diventate una bella consuetudine». 

Ha un ricordo particolarmente significativo della sua personale esperienza accanto a Fondazione Telethon?

«Il ricordo, anzi i ricordi più intensi, sono proprio legati al Foro Italico. Noi di Bnl ovviamente godiamo di molti benefit nel corso del torneo, che si traducono nella presenza presso il nostro stand dei tennisti più blasonati del mondo, o dei loro autografi su magliette e palle da tennis, i giri degli spogliatoi. Ad un certo punto è venuto naturale pensare che potessimo offrire molti di questi vantaggi proprio ai donatori di Telethon, o metterli all’asta. E poi ricordo con grande affetto e soddisfazione quando decidemmo di visualizzare sul grande schermo del campo centrale il totalizzatore delle donazioni di Bnl a Telethon che aumentavano ogni volta che un tennista segnava un “Ace”». 

Se dovesse definire con un aggettivo il suo personale legame con Fondazione Telethon quale utilizzerebbe?

«Sicuramente orgogliosa. Si tratta di una delle iniziative di punta e più “forti” che Bnl Gruppo Bnp Paribas realizza, e i risultati ci fanno emozionare ogni anno come fosse il primo anno. Ognuno di noi contribuisce per la propria parte, con la propria attività; ognuno di noi è una gocciolina e tutti insieme riusciamo a trasformarci in un mare di passione per la ricerca scientifica».

Cosa ha unito e unisce ancora, secondo lei, Bnl e Fondazione Telethon?

«A mio avviso è proprio la comunanza di intenti, ovvero il desiderio profondo di regalare un futuro di speranza a tante persone. La vera forza di questa relazione è proprio questa, ulteriormente consolidata dalla possibilità che siano le stesse persone a raccontarlo e che attraverso la banca queste storie possano arrivare ad un pubblico sempre più vasto, puntando l’obiettivo su ambiti scientifici di ricerca anche complessi».

C’è un’idea che proporrebbe per rendere ancora più vincente questa collaborazione?

«Beh, devo dire che ogni possibile iniziativa è stata esplorata e messa in pratica proprio nel corso degli Internazionali di Tennis. Come detto, abbiamo raccolto materiale autografato, che precedentemente destinavamo ai clienti, per valorizzarlo e destinare i proventi alla Fondazione. E anche il contatore che si aggiorna in tempo reale durante le partite di tennis è stato un propulsore potente per la raccolta».

Cosa direbbe a un amico o a un parente per convincerlo a sostenere Fondazione Telethon?

«Non penso sarebbe un’impresa particolarmente complicata, ci sono i risultati a parlare per me. Inoltre, la narrazione delle attività e dell’impegno di Telethon si caratterizza per una estrema trasparenza, e questo basta».

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