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Cos'è e come si manifesta la malattia di Huntington?

La malattia di Huntington è una patologia ereditaria causata dalla degenerazione di neuroni situati in specifiche aree cerebrali – striato e corteccia cerebrale – e caratterizzata da una generale atrofia del cervello. I sintomi iniziali possono essere bruschi mutamenti dell’umore, apatia, irritabilità, depressione e rabbia, difficoltà nella guida, nell’imparare cose nuove o nel prendere una decisione. Si possono presentare cambiamenti nella scrittura e movimenti involontari delle dita, dei piedi, del viso o del tronco (chiamati “còrea” dal termine greco che significa “danza”). In alcuni casi possono insorgere disturbi dell’equilibrio e del coordinamento motorio con accentuato rischio di cadute. L’ordine di comparsa dei sintomi e la gravità variano notevolmente da un individuo all’altro, così come l’età d’insorgenza. Nella sua forma più classica la malattia insorge tra i 35 e i 45 anni, ma nel 5% dei casi può manifestarsi prima dei 18 anni. La forma giovanile progredisce molto più rapidamente di quella adulta ed è caratterizzata da difficoltà nell’apprendimento e da decadimento cognitivo. La frequenza della malattia è stimata in 5-10 individui ogni 100.000, ma si ritiene tuttora sottostimata. La frequenza della malattia è stimata in 5-10/100.000 individui, ma non sempre viene correttamente diagnosticata: esiste perciò certamente un gran numero di portatori inconsapevoli.

Come si trasmette la malattia di Huntington?

La malattia si trasmette con modalità autosomico dominante. Questo significa che basta che sia mutata una sola copia del gene coinvolto (delle due che ciascuno di noi porta) per causare la malattia. Il rischio di trasmettere il gene mutato da un genitore affetto a ciascun figlio è del 50% a prescindere dal sesso. Quella che viene trasmessa è la mutazione di un gene, IT-15, localizzato sul cromosoma 4 e codificante per la proteina huntingtina, dalle funzioni non ancora del tutto note ma importante per lo sviluppo embrionale e nel cervello adulto. Il gene IT-15 sano presenta al suo interno una specifica sequenza di triplette nucleotidiche CAG che si ripete fino a un massimo di 35 volte. Quando il numero di triplette ripetute supera la soglia di 36 il gene alterato produce una proteina più lunga e tossica rispetto a quella normale che danneggia irreparabilmente le cellule nervose.

Come avviene la diagnosi della malattia di Huntington?

Dal 1993, con la scoperta del gene responsabile, è disponibile il test genetico per diagnosticare la malattia di Huntington. Su un prelievo di sangue è possibile condurre un’analisi genetica che consente di accertare la presenza o l’assenza della mutazione nel gene IT-15. La decisione di sottoporsi al test è molto delicata perché il risultato coinvolge non solo il singolo individuo ma anche la sua famiglia (coniuge, figli, fratelli). È perciò consigliabile fare riferimento a centri che seguono le linee guida specificamente redatte dall’International Huntington Association (IHA) e dalla World Federation of Neurology (WFN). Data l’attuale impossibilità di prevenire la malattia non vengono effettuati test sui minori di 18 anni. Alla definizione diagnostica concorrono anche l'analisi clinica ed esami di neurovisualizzazione, come Tac o risonanza magnetica cerebrali.

Quali sono le possibilità di cura attualmente disponibili per la malattia di Huntington?

Non esiste al momento una terapia risolutiva. I principali sintomi motori e psichiatrici possono essere tenuti sotto controllo con farmaci in grado di migliorare la qualità di vita del malato e prevenire eventuali complicazioni, ma non di guarire la malattia o interromperne il decorso. Sono tuttavia in corso diverse sperimentazioni cliniche che prevedono approcci sia farmacologici sia di terapia genica.

Ultimo aggiornamento

17.02.21

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