Convulsioni neonatali familiari benigne e corrente M: dall’analisi mutazionale dei geni KCNQ2/3 ai meccanismi molecolari della liberazione di neurotrasmettitori e di voltaggio-dipendenza nei canali del potassio

  • 3 Anni 2007/2010
  • 141.900€ Totale Fondi
L’epilessia è una malattia che colpisce circa 0.5-1% della popolazione, costituendo un carico notevole per gli individui affetti, le loro famiglie, e tutto il sistema sanitario; la comprensione dei meccanismi genetici, biochimici, e funzionali responsabili di epilessia è dunque un obiettivo principale per la salute umana. La gran parte delle epilessie non presenta né una specifica causa scatenante né una chiara trasmissione ereditaria; tuttavia, l’1-2% delle forme epilettiche sono geneticamente determinate. Tra queste, le Convulsioni Benigne Neonatali Familiari (BFNC) hanno un’insorgenza caratteristica durante la prima settimana di vita postnatale che scompare poi dopo poche settimane o mesi, senza alterare lo sviluppo psicomotorio del bambino affetto. Le basi genetiche delle epilessie ereditarie, inclusa la BFNC, sono state identificate, suggerendo l'ipotesi che un’alterata funzione dei canali ionici (proteine che controllano il flusso di specifici ioni attraverso la plasmamembrana di neuroni ed altre cellule eccitabili) possa causare l’ipereccitabilità neuronale alla base dell’epilessia. Pertanto, è di pressante interesse la comprensione di come tali alterazioni genetiche disturbino l’attività elettrica cerebrale, e come determinino le manifestazioni convulsive. Il presente progetto di ricerca, che verrà condotto da un gruppo multidisciplinare già strutturato di ricercatori clinici e di base, mira a risolvere alcuni aspetti cruciali nel campo dell’epilessia. Il raggiungimento degli obiettivi proposti, attraverso la comprensione dell’intimo meccanismo molecolare di funzionamento e del ruolo fisiopatologico di una specifica classe di canali ionici, migliorerà le conoscenze sulla patogenesi della BFNC, consentendo inoltre lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici per i pazienti epilettici, il 25% dei quali non riceve un trattamento soddisfacente.

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