Caratteristiche cliniche e biofisiche della cardiomiopatia ipertrofica associata a un difetto genetico delle proteine regolatorie del filamento sottile

  • 2 Anni 2013/2015
  • 128.400€ Totale Fondi
La cardiomiopatia ipertrofica familiare (CMI) è la patologia cardiaca ereditaria più pericolosa per la vita. Viene generalmente diagnosticata dopo la pubertà, a volte in seguito a eventi drammatici, quali la sincope o la morte improvvisa, che coinvolgono il 2-3% degli individui (4-5% nell’infanzia o nell'adolescenza). In più del 60% dei casi la malattia è causata da un difetto genetico dell’apparato contrattile del cuore, composto da un reticolo regolare di filamenti proteici (che a seconda della loro composizione e struttura si differenziano in filamenti spessi e sottili) che, interagendo tra loro, producono la forza necessaria al cuore per pompare il sangue nei vasi sanguigni. La maggior parte dei pazienti con cardiomiopatia ipertrofica familiare ha una anomalia genetica nelle proteine del filamento spesso; tuttavia in un discreto sottogruppo (7-8%) la malattia è causata da un difetto genetico nelle proteine del filamento sottile. La cardiomiopatia ipertrofica familiare del filamento sottile è stata descritta in passato come una forma particolarmente grave della malattia, per la quale non esiste terapia specifica. In questo progetto studieremo su un ampio numero di pazienti le caratteristiche cliniche che contraddistinguono la cardiomiopatia ipertrofica familiare del filamento sottile rispetto a quella del filamento spesso. Inoltre valuteremo quali sono le alterazioni delle proprietà contrattili ed elettriche di campioni di muscolo cardiaco sia di pazienti affetti da cardiomiopatia ipertrofica familiare con mutazioni nel filamento sottile sia di modello murino con analoghe anomalie genetiche. Alcuni farmaci, sperimentati con successo su campioni umani in vitro (es. Ranolazina), verranno utilizzati per un trattamento a lungo termine sul modello animale allo scopo di verificare la potenzialità di prevenire l’esordio o rallentare la progressione della malattia. Oltre ad impiegare tecniche di cardiologia sperimentale consolidate, utilizzeremo anche metodiche biofotoniche (cioè che sfruttano l’interazione della radiazione luminosa con i tessuti biologici) di avanguardia sviluppate da un partner del progetto. Riteniamo che l’approccio multidisciplinare possa portare ad individuare nuove strategie terapeutiche per il trattamento della cardiomiopatia ipertrofica familiare associata a difetto genetico del filamento sottile, fornendo le basi di partenza per futuri studi clinici.

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