Nata nel 1980 a Espoo (Finlandia), Anna Kajaste-Rudnitski si è laureata nel 2004 in Microbiologia presso l’Univeristé Pierre-et-Marie-Curie di Parigi (Francia), dove ha anche conseguito il dottorato in Biochimica e Biologia molecolare e nel 2006. Si è successivamente trasferita in Italia per il suo post-doc presso l’Ospedale San Raffaele di Milano. Attualmente è group leader presso l’Istituto San Raffaele-Telethon per la terapia genica (SR-Tiget) di Milano, dove studia le interazioni tra i vettori usati per la terapia genica e le cellule staminali ematopoietiche. Queste cellule, che danno origine a tutti gli elementi del sangue come per esempio i globuli rossi e bianchi, sono infatti anche il bersaglio della terapia genica sviluppata nell’istituto per diverse malattie genetiche: questi studi sono quindi molto utili per la comprensione delle risposte cellulari innescate dalla somministrazione nelle cellule dei vettori contenenti il gene terapeutico e quindi per valutare l’efficacia del trattamento. Inoltre, il gruppo di Anna Kajaste-Rudnitski studia il ruolo di queste risposte immunitario nel contesto di malattie autoimmuni e del sistema nervoso centrale, come per esempio la sindrome di Aicardi-Goutières (AGS). Lo studio di questi meccanismi potrà avere un diretto impatto clinico per tutte le malattie genetiche trattabili con terapia genica a base di vettori lentivirali, in quanto permetterà di rendere il trasferimento genico ancora più sicuro ed efficace. Inoltre, questi studi contribuiranno a chiarire il ruolo dell’immunità innata contribuiscano nello sviluppo di alcune patologie autoimmuni e infiammatorie, permettendo così lo sviluppo di terapie più mirate in futuro.

Sono sempre stata molto curiosa della vita in senso lato, curiosa di comprendere come funzioniamo, curiosa di studiare il genio della natura e capire anche come e perché a volte ci sono disfunzioni che portano alla malattia. È un mestiere che insegna molta umiltà. Ogni giorno la natura ci ricorda quanto siamo ignoranti, attraverso gli esperimenti che non funzionano, le ipotesi che non si verificano, si chiama “ricerca” per un motivo! Alla fine la verità è che ne sappiamo ancora ben poco di come funziona, come funzioniamo noi. Bisogna rispettare la vita e per me il modo migliore di farlo è cercare di comprenderla in tutta la sua meravigliosa complessità

Il tuo browser non è più supportato da Microsoft, esegui l'upgrade a Microsoft Edge per visualizzare il sito.