Sindrome di Rett: svelato il codice di istruzioni per la crescita delle cellule nervose

Scoperto il meccanismo che garantisce alle cellule nervose di raggiungere una corretta architettura all’interno del cervello: a dimostrarlo sulle pagine della rivista PNAS* sono stati Enrico Tongiorgi, Gabriele Baj ed Emiliano Leone del dipartimento Scienze della Vita e Centro BRAIN dell’Università di Trieste. Lo studio, finanziato da Telethon, Compagnia San Paolo e Sanofi-Aventis, suggerisce dei potenziali strumenti per la cura di malattie ereditarie caratterizzate dalla mancata crescita delle cellule nervose, come la sindrome di Rett.

«Le cellule nervose presentano delle tipiche ramificazioni chiamate dendriti, termine che deriva dal greco “dendros” e significa appunto “albero”» spiega Tongiorgi. «Osservati al microscopio, questi rami partono dal corpo della cellula e funzionano da antenne per raccogliere i segnali che arrivano al cervello. Se però nel corso dello sviluppo embrionale i rami non si formano completamente – come alberi poco cresciuti – si verificano problemi neurologici». Questo è tipico di malattie genetiche come la sindrome di Rett, grave patologia che colpisce le bambine all’età di circa due anni e, dopo un periodo di sviluppo normale, è caratterizzata da autismo, ritardo mentale, crisi respiratorie ed epilettiche e perdita del controllo dei movimenti. Al momento non esiste una cura.

«La sindrome di Rett è causata da difetti nella produzione di fattori necessari alla crescita delle cellule nervose, tra cui il fattore di crescita BDNF» spiega Gabriele Baj, ricercatore dell’Università di Trieste che, assieme a Emiliano Leone, ha preso parte allo studio. «Da tempo si ipotizza che un ritorno alla produzione normale di BDNF possa rappresentare un approccio terapeutico per questa patologia: è quindi importante capire come questo fattore possa guidare in maniera precisa la crescita dei dendriti. Con il nostro lavoro dimostriamo che esistono diverse varianti di BDNF, localizzate in zone diverse della cellula – il corpo cellulare o i dendriti: a partire dal punto in cui si trovano, stimolano la crescita dei rami, determinando così l’architettura finale delle cellule nervose». Lo studio è stato condotto in collaborazione con Moses Chao dello Skirball Institute di New York.

«La forma assunta dalle cellule nervose è strettamente legata alla loro funzione e capacità di “parlare” con il resto del cervello» spiega ancora Tongiorgi. «Il lavoro finanziato da Telethon è di particolare importanza perché indica che, a seconda della variante di BDNF prodotta, si possono “costruire” cellule nervose con una forma ben precisa». Lo studio dei ricercatori dell’Università di Trieste procede con l’analisi, su modello animale della sindrome di Rett, dell’effetto di farmaci che stimolano in maniera selettiva la produzione delle varianti di BDNF. La speranza è quella di curare la malattia fornendo alle cellule nervose le istruzioni guida per svilupparsi in maniera corretta.

*G. Baj, E. Leone, C. Moses, E. Tongiorgi, “Spatial segregation of BDNF transcripts enables BDNF to differentially shape distinct dendritic compartments”. PNAS, 2011.

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